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Milano, 31 ago – Tanti Italiani, pochi stranieri. Questo il bilancio dell’Expo milanese a tre quarti del suo percorso.
Secondo l’indagine indipendente di Federalberghi, riportata in una nota, al 31 ottobre, giorno di chiusura dell’Expo di Milano, saranno stati circa 16 milioni gli italiani, tra maggiorenni e minorenni, ad averla visitata.
“Un dato sicuramente lusinghiero – commenta il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – che ha contribuito, nel semestre interessato dalla manifestazione, a rimettere in moto l’economia turistica dell’intero Paese”.
“Ma, purtroppo – evidenzia il Presidente degli albergatori italiani – dai nostri terminali in Lombardia e nelle Regioni limitrofe non risultano essere approdati nel Bel Paese quei flussi dall’estero che invece sulla carta erano stati ipotizzati”.
Un’Expo quindi di un certo successo per il mercato interno, ma non sufficientemente forte oltreconfine, dato che gli stranieri – complessivamente – hanno rappresentato appena il 40% del totale dei visitatori. Di cinesi non se ne sono quasi visti. Alla faccia della promozione dei marchi italiani all’estero.
Inoltre, tra gli italiani che visiteranno Expo negli ultimi due mesi di apertura, si stima che soltanto il 30% alloggeranno in una struttura ricettiva, mentre gli altri effettueranno visite giornaliere o approfitteranno dell’ospitalità di parenti e amici.
Complessivamente, tra le 14 esposizioni universali succedutesi dal 1935, quella di Milano si colloca esattamente a metà – settima – per numero stimato di visitatori, e sempre che le rosee previsioni per gli ultimi due mesi siano rispettate, il che non è affatto detto. In ogni caso, lontanissima dai numeri di eventi quale di Montreal nel 1967, di Osaka in Giappone nel 1970, e soprattutto di Shanghai nel 2010, che ospitò 73 milioni di visitatori.
“Questi risultati – conclude Bocca – ci insegnano una cosa: i grandi eventi creano grandi numeri, ma di sicuro non abbiamo adeguatamente promosso con campagne pubblicitarie e la creazione di pacchetti ad hoc un’occasione unica per valorizzare col veicolo dell’Expo l’immagine turistica complessiva del Bel Paese”.
Dilettanti allo sbaraglio, verrebbe da dire, nonostante che la promozione delle eccellenze italiane, dalla tecnologia al cibo al turismo dovrebbe essere quasi una passeggiata.
Francesco Meneguzzo
Milano, 31 ago – Tanti Italiani, pochi stranieri. Questo il bilancio dell’Expo milanese a tre quarti del suo percorso.
Secondo l’indagine indipendente di Federalberghi, riportata in una nota, al 31 ottobre, giorno di chiusura dell’Expo di Milano, saranno stati circa 16 milioni gli italiani, tra maggiorenni e minorenni, ad averla visitata.
“Un dato sicuramente lusinghiero – commenta il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – che ha contribuito, nel semestre interessato dalla manifestazione, a rimettere in moto l’economia turistica dell’intero Paese”.
“Ma, purtroppo – evidenzia il Presidente degli albergatori italiani – dai nostri terminali in Lombardia e nelle Regioni limitrofe non risultano essere approdati nel Bel Paese quei flussi dall’estero che invece sulla carta erano stati ipotizzati”.
Un’Expo quindi di un certo successo per il mercato interno, ma non sufficientemente forte oltreconfine, dato che gli stranieri – complessivamente – hanno rappresentato appena il 40% del totale dei visitatori. Di cinesi non se ne sono quasi visti. Alla faccia della promozione dei marchi italiani all’estero.
Inoltre, tra gli italiani che visiteranno Expo negli ultimi due mesi di apertura, si stima che soltanto il 30% alloggeranno in una struttura ricettiva, mentre gli altri effettueranno visite giornaliere o approfitteranno dell’ospitalità di parenti e amici.
Complessivamente, tra le 14 esposizioni universali succedutesi dal 1935, quella di Milano si colloca esattamente a metà – settima – per numero stimato di visitatori, e sempre che le rosee previsioni per gli ultimi due mesi siano rispettate, il che non è affatto detto. In ogni caso, lontanissima dai numeri di eventi quale di Montreal nel 1967, di Osaka in Giappone nel 1970, e soprattutto di Shanghai nel 2010, che ospitò 73 milioni di visitatori.
“Questi risultati – conclude Bocca – ci insegnano una cosa: i grandi eventi creano grandi numeri, ma di sicuro non abbiamo adeguatamente promosso con campagne pubblicitarie e la creazione di pacchetti ad hoc un’occasione unica per valorizzare col veicolo dell’Expo l’immagine turistica complessiva del Bel Paese”.
Dilettanti allo sbaraglio, verrebbe da dire, nonostante che la promozione delle eccellenze italiane, dalla tecnologia al cibo al turismo dovrebbe essere quasi una passeggiata.
Francesco Meneguzzo