Varese, 2 apr – Sono scattate le manette per un 30enne immigrato che prima ha molestato i clienti in fila davanti a un supermercato di Busto Arsizio (Varese) chiedendo l’elemosina senza rispettare la misura di distanziamento contro il Covid-19, poi si è scagliato contro un uomo che lo aveva redarguito, infine ha aggredito gli agenti della polizia locale, mandandoli al pronto soccorso. Ora, detenuto dietro le sbarre di una cella di sicurezza della caserma dei carabinieri di Busto Arsizio, dovrà rispondere dell’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

I fatti sono accaduti nella serata di mercoledì 1 aprile, davanti alla Coop situata nel pieno centro di Busto Arsizio. Lo straniero, probabilmente in preda ai fumi dell’alcol, ha iniziato a molestare i clienti che, disposti in fila e regolamente distanziati, aspettavano il proprio turno per poter entrare nell’esercizio e fare i propri acquisti; l’uomo, ovviamente sprovvisto di guanti e mascherine, ha preso a infastidirli, avvicinandosi e toccandoli, suscitando le reazioni innervosite dei presenti, tra cui quella di un uomo che, spazientito oltre misura, ha chiesto all’extracomunitario di allontanarsi.  

Ma l’immigrato se l’è legata al dito, e ha atteso al varco l’uomo che nel frattempo era entrato per fare la spesa. Alla sua uscita, lo straniero lo ha seguito alle spalle fino all’auto, per poi aggredirlo. Pur colta alla sprovvista, la vittima si è difesa dal suo aggressore e ne è nata una colluttazione, che è stata fortunatamente notata da una pattuglia della polizia locale di Busto Arsizio, accorsa prontamente. Il 30enne si è quindi scagliato anche contro i poliziotti, colpendoli con una scarica di pugni. Non pago, ha deciso di rivolgere la propria furia agli agenti di una seconda pattuglia venuta in supporto della prima. Risultato: tre agenti al pronto soccorso. L’uomo è stato ridotto a più miti consiglie. ammanettato solo dopo l’arrivo dei carabinieri.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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