175732-420x236Genova, 2 set – “Col trattore in tangenziale, andiamo a comandare” canta Rovazzi, in quello che senza ombra di dubbio è il tormentone dell’estate. “Con il furgone della Caritas, andiamo ad oltraggiare” invece potrebbe essere il ritornello dell’azione di 4 militanti NoBorder (centri sociali, ndr) che a metà agosto avrebbero tracciato scritte spray (“Diego Turra solita merda” e “- arresti + arresti cardiaci PSM”) riguardo il poliziotto del Sesto reparto Mobile di Genova stroncato da un infarto a Ventimiglia. I quattro risultano appartenere alla rete NoBorder e sarebbero stati identificati come Martino Gualzetti di 28 anni, Vincenzo Aiello di 35, Caterina Pedone di 25 e Clara Sistilii di 26. PSM sarebbe la sigla del centro sociale genovese Piazza Santa Maria.

Molto significativo è invece come la Polizia sia riuscita a risalire agli autori delle scritte: secondo il Secolo XIX sarebbero stati identificati tramite la targa del furgone usato per l’azione. Furgone che risulta essere in utilizzo alla Caritas. Perché significativo? Perché Martino Gualzetti pare essere figlio del direttore della Caritas Ambrosiana.

Insomma, il movimento NoBorder non si sta facendo mancare niente. Dopo aver permesso allo stupratore di una loro militante di scappare e dopo essere stati accusati da Libero di aver fatto partecipare alle loro iniziative anche lo stragista di Nizza adesso aggiungono all’elenco delle loro imprese anche l’insulto ai morti. Con il pullman del papà, dirigente della Caritas.

Stefano Casagrande

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