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Galli sbrocca: “Stufo delle critiche, io mai percepito compensi per le interviste tv”

by Cristina Gauri
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massimo galli

Roma, 17 mar – Massimo Galli, il più incompreso tra gli infettivologi televisivi. Che malfidati questi italiani: pensano che il presenzialismo del primario del Sacco sia legato alla percezione di compensi monetari per ogni singola intervista, intervento televisivo o dichiarazione rilasciata. Niente di più sbagliato, e Galli ne ha le tasche piene: lui lo fa gratis.

Massimo Galli si è stufato

«Sono stufo di ripeterlo: non ho mai richiesto, né percepito alcun compenso per le mie partecipazioni a programmi televisivi, né per le interviste a giornali». Non è la prima volta, peraltro, che Massimo Galli ha dovuto precisare il concetto. Lo aveva già fatto a giugno dello scorso anno anno, ad Agorà: «Il sottoscritto non ha mai avuto nessun tipo di retribuzione per nessun tipo di intervento in televisione o su altri media». Stamattina lo ha ribadito su Twitter.

Non lo fa per guadagno, quindi, ma per offrire la sua autorevolezza in pasto alle orecchie degli italiani, affamati di novità catastrofiche dopo 1 anno di restrizioni e morti. Il problema sta proprio in questo: se a Galli venisse corrisposto un compenso per tutte le sue sparate da Giudizio universale, ci risulterebbe più comprensibile l’occupazione militare quotidiana, 24/7 e a reti unificate di ogni media esistente in Italia. Invece no, Massimo Galli pontifica gratis di lockdown, morti, pandemia fuori controllo, varianti. E prorabilmente è convinto di rendere un servizio prezioso alla popolazione, bastonando con aridità sovietica i suoi connazionali colpevoli di voler ricominciare a vivere.

Il terrore è la sua missione

Per Massimo Galli, insomma, terrorizzare gli italiani è una missione apostolica. Vero evangelizzatore della causa del pessimismo pandemico, Galli una volta ebbe a dire (da notare l’iniziale plurale majestatis): «Non abbiamo gran voglia di continuare a mettere la faccia in questioni che sarebbero di competenza altrui. Ma lo faccio, anche se non ho libri da promuovere, candidature o interessi specifici». Un santo, un’apostolo!, per dirla alla Filini.

Cristina Gauri

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1 commento

Sergio Pacillo 17 Marzo 2021 - 9:40

I Gallli erano di alta statura e biondi.

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