Milano, 11 mag — Ennesima aggressione sessuale compiuta da un immigrato a Milano, dove, ci dice il sindaco Sala, la violenza è solo percepita: a farne le spese stavolta è stata una donna di 44 anni che ha subito un tentativo di stupro ed è stata barbaramente picchiata, anche con pugni al volto, da un immigrato gambiano. Lo straniero si è introdotto nel condominio dove la vittima risiede approfittando di un portone lasciato aperto. L’episodio è avvenuto mercoledì pomeriggio nei pressi di via Washington, a Milano. L’aggressore è finito in manette per violenza sessuale, tentata rapina e lesioni dai carabinieri, su disposizione del pm di turno Paolo Filippini.

Gambiano prende a pugni e tenta di stuprare una donna 

Il gambiano, un 23enne irregolare sul territorio italiano e senza fissa dimora, è riuscito a introdursi nel palazzo, situato nella zona ovest di Milano, intorno alle 18: dopo aver visto la vittima entrare nel portone le si è messo in coda rapidamente, mettendo avanti un piede mentre il portone stesso si stava per richiudere. Poi ha rincorso furtivamente la donna, ha aspettato nascosto sul pianerottolo che quest’ultima rientrasse in casa e all’ultimo l’ha sorpresa alle spalle, infilandosi nell’appartamento.

Aggressione bestiale 

A quel punto, stando a quanto raccontato dalla 44enne stessa, il gambiano avrebbe sfogato su di lei una furia spaventosa, colpendola con numerosi pugni in testa e in faccia, strappandole di dosso i vestiti. Ma la donna, lungi dall’arrendersi alla bestialità dell’immigrato, ha reagito alle violenze opponendosi ai tentativi di stupro e urlando, fino all’arrivo delle forze dell’ordine, chiamate dai vicini preoccupati dalle grida.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

2 Commenti

  1. A me piacerebbe intervistare tutte queste femmine che hanno subito violenze sessuali da parte di immigrati, perché sono certo che la stragrande maggioranza di loro ha votato per Sala e prima dell’aggressione ha difeso l’immigrazione selvaggia.

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