Roma, 2 lug – Una coda di auto e Tir lungo il bivio tra la A10 di Genova Ventimiglia e la A26 Voltri Gravellona Toce. Proseguono lentamente, quasi a passo d’uomo. All’improvviso dal tetto di uno dei rimorchi sbuca prima una testa, poi tutta una figura intera che si issa a fatica sul tetto. E si butta sulla carreggiata, atterrando malamente. E poi un’altra persona, e un’altra, e un’altra ancora. Si lanciano sull’asfalto rimettendosi in piedi alla svelta una volta a terra, per evitare di essere arrotati dalle auto che sopraggiungono. Poi scappano veloci lungo il ciglio della strada. Qualcuno evidentemente si fa male, si allontana zoppicando. Sono immigrati clandestini, alcuni giovanissimi, dei ragazzini, immortalati in un video da due automobilisti. Il filmato ha fatto subito il giro dei social diventando virale.

“Guardate il camion pieno di clandestini! Guarda che roba da matti, guarda là. Guarda, guarda”, commenta incredulo uno dei due automobilisti. “Guarda quanti ce n’è”, gli fa eco l’altro, “è pieno, è pieno”. Ora, secondo quanto riportato da Il Secolo d’Italia, sull’episodio starebbe indagando la Polstrada. Una telefonata li avrebbe avvertiti di quanto stava accadendo e avrebbero fermato l’autista del camion, che si sarebbe dichiarato all’oscuro dell’accaduto. “Autostrade in Liguria bloccate a causa dell’incapacità del governo? Ne approfittano i trafficanti di schiavi con clandestini che si calano dal camion e si buttano sulla carreggiata! Davvero SENZA PAROLE! Porti aperti, sbarchi continui e confini colabrodo, ma cosa stanno facendo diventare l’Italia?!? VERGOGNA!”, ha twittato Salvini condividendo il filmato.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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