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Ghisberto bannato da Facebook. A segnalarlo, un disegnatore Disney

by Ettore Maltempo
8 comments

Roma 14 febbraio – Chi pensava che i disegnatori fossero una categoria solidale fra di loro, sbagliava. La pagina Facebook di Ghisberto, noto vignettista anti-immigrazione, è stata bannata e a rivendicarne l’affondamento è proprio un altro fumettista: Francesco Artibani. Sulla sua pagina social il collaboratore Disney (caro in particolare agli appassionati di Paperinik) scrive: “Non ti chiedere cosa può fare Facebook per te, chiediti cosa puoi fare tu per Facebook”. Sotto lo screen del modulo di segnalazione del social e la risposta del team di Zuckerberg: “Abbiamo rimosso la pagina di Ghisberto da Facebook”. Artibani festeggia, altri disegnatori lo portano in trionfo: in tanti ci avevano provato, ma essere ‘il millesimo cliente’ che vince la testa di Ghisberto è elettrizzante.
Del resto, per gli amici di Artibani, Ghisberto “è la merda sotto la suola dell’umanità” o “una discarica a cielo aperto umana”. Ringraziano Artibani per aver fatto finalmente cadere una pagina contro cui si erano già scagliati loro ma inutilmente, come onde su uno scoglio. Un po’ lo invidiano e indicano già il prossimo bersaglio: il vignettista Marione. La satira può essere solo di sinistra. Alla guerra!
Eppure dopo la strage che coinvolse nel 2015 la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi, sembrava che la matita fosse un simbolo di libertà e pluralismo, capace di difendere anche cose – vignette – apparentemente indifendibili. #JesuisCharlie fu l’hashtag che ha riempito le bacheche di Facebook di tutto il mondo, con un coro che gridava “libertà”, ma che in effetti a tanti sembrò solo un latrato social. Un branco variegato che vedeva schierate anche frange o persone solite difendere la libertà di espressione a singhiozzo. Facebook s’impose come socialmedia prediletto dai paladini della libertà, dal popolo dei gessetti colorati e delle “Imagine” cantate nelle piazze, seduti per terra in attesa del meteorite. Chi non si limita a ripetere il mantra politically correct dei nostri tempi però sapeva già che la libertà di Facebook è solo la statua, l’icona. Dietro la maschera la dittatura dell’algoritmo, la gioia della ghigliottina, la Parigi di Robespierre e non di Charlie.
Ghisberto era emerso al grande pubblico proprio per la risposta a Charlie Hebdo dopo il crollo dell’Hotel Rigopiano in Abruzzo lo scorso anno, quando una slavina travolse l’hotel causando ventinove vittime. Il giornale francese quella slavina la cavalcò con la Morte; Ghisberto, invece di segnalare anonimamente su Facebook, rispose con una vignetta che parodiava quella di Charlie facendo intervenire il Soccorso alpino. Una volta scoperto, Ghisberto è stato molto amato e molto odiato. Vignette fuori dai denti, politicamente scorrette, a volte al limite del buon gusto, soprattutto di quello radical chic di sinistra, troppo abituato a scrivere, parlare e disegnare senza essere controbattuto. Lui e pochi altri in Italia sono riusciti a prendere un po’ di scena alle armate della minoranza rumorosa, coccolata dai giornali, dai festival e dai Mollica di turno.
Ora il web è un mondo più libero, grazie ad Artibanik (altro che Paperinik) e aspettiamo il suo prossimo appello in difesa di un disegnatore vessato. L’ultimo fu per François Corteggiani, condannato per ingiurie di un esponente del Front National, fatto diventare il protagonista-coniglio di stereotipate storielle antifasciste. “Nous sommes tous Corteggiani” diceva la petizione.
Allora noi siamo tutti Ghisberto.
Ettore Maltempo

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8 comments

blackwater 14 Febbraio 2018 - 2:45

io credo che più della segnalazione di questo stronzetto….valga il principio economico che se hai una pagina pubblica NON costruita con la diffusione a pagamento dei post su FB -ma solo in base al “successo” naturale dei medesimi – sei molto più a rischio “chiusura” di una pagina continuativamente sponsorizzata;
la motivazione potrebbe essere quella che, una volta chiusa una pagina pubblica già affermata, l’amministratore volendo ricreare velocemente il numero precedente di supporter sia incentivato nel farlo a pagamento; nella stessa direzione potrebbe essere spiegato il recente utilizzo di un algoritmo tendente a “spingere” le pagine personali nelle visualizzazioni penalizzando quelle pubbliche: paghi ed eccole ricomparire nella home degli utenti privati su Fb,come succedeva normalmente una volta a titolo gratuito.
per il resto il “ban” e la “segnalazione” su Fb sono la versione 2.0 del “gne gne gne lo dico alla maestra” di infantile memoria,una involuzione del “pensiero” tipica di quando non si è in grado di rispondere opponendo i propri argomenti o vignette, come fatto da Ghisberto verso Charlie Hebdo.
sarò anche “Charlie”
ma sicuramente non “Facebook”.

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Tony 14 Febbraio 2018 - 5:31

….il divertente sarà il ”dopo”…quando gli farà comodo revisionare le idee per continuare a disegnare paperinik…vomito sinistro della storia…

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Marco Marauda 14 Febbraio 2018 - 6:15

Analisi condivisibili, le precedenti. Io sarò più brutale. La cupola sionista del pensiero unico e della globalizzazione selvaggia… del potere finziario più brutale ha bisogno dei suoi squallidi leccaculi…quelli di sempre…

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Vaffanculo Facebook!! 15 Febbraio 2018 - 11:04

Distruggete quello schifo umano di Facebook, responsabile supremo dello sfacelo morale umano per antonomasia. Presto sarà bannato per l’Eternità anche il “team” di Facebook, insieme al social e al suo malvagio fondatore.

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Mo 15 Febbraio 2018 - 11:10

il primo diritto del debole é impedire

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Ghisberto bannato da Facebook. A segnalarlo, un disegnatore Disney - Grognards 15 Febbraio 2018 - 6:02

[…] Ghisberto bannato da Facebook. A segnalarlo, un disegnatore Disney […]

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walter dorian 25 Febbraio 2018 - 1:05

Stimo ghisberto, ma sono dell’idea che questo duro colpo gli sarà utile in futuro, tutti gli artisti,pittori,musicisti ecc acquistano grande stima dopo esser stati martirizzati o puniti ingiustamente.
Mi pare ridicolo sotto intendere la sua decapitazione da un vignettista di paperinik ,ghisberto non è morto, ha solo perso l’account di facebook dopo che il proprietario di facebook si è venduto al partito sinistroide e quindi ban , blocchi, per futili motivi o meglio su temi che vanno contro il regime autoritario sono frequenti in questi ultimi periodi , mi spiace molto che sul social non potrà gareggiare in prossimità delle elezioni e per il successivo, l’assenza della sua arte mancherà molto in un momento di massima tensione politica , augurandomi di un suo ritorno di scena . “Ciò che non ti uccide ti rende più fort

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walter dorian 25 Febbraio 2018 - 1:09

Il tuo commento è in attesa di approvazione
Stimo ghisberto, ma sono dell’idea che questo duro colpo gli sarà utile in futuro, tutti gli artisti,pittori,musicisti ecc acquistano grande stima dopo esser stati martirizzati o puniti ingiustamente.
Mi pare ridicolo sotto intendere la sua decapitazione da un vignettista di paperinik ,ghisberto non è morto, ha solo perso l’account di facebook dopo che il proprietario di facebook si è venduto al partito sinistroide e quindi ban , blocchi, per futili motivi o meglio su temi che vanno contro il regime autoritario sono frequenti in questi ultimi periodi , mi spiace molto che sul social non potrà gareggiare in prossimità delle elezioni e per il successivo, l’assenza della sua arte mancherà molto in un momento di massima tensione politica , augurandomi di un suo ritorno di scena . “Ciò che non ti uccide ti rende più forte”

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