Il rapporto tra sinistra antagonista ed immigrati, idilliaco nelle dichiarazioni di facciata e in ambito politico, sembra infrangersi sul piano più prosaico e materiale dello spaccio di droga e dei relativi proventi. Alcuni responsabili del centro sociale di via dei Volsci si sono affrettati a spiegare che all’interno dell’edificio sono ammesse solo droghe leggere e in quantità tali da giustificare un uso personale; parole che non trovano però riscontro nella realtà se si guarda al sequestro di circa due etti di hashish effettuato dalla Gdf la scorsa estate. La mappa romana dello spaccio indica il quartiere come uno dei centri di maggior diffusione e consumo di stupefacenti, con una forte presenza di pusher nordafricani nella celebre piazzetta, ritrovo storico degli universitari che abitano nel quartiere. Ultimamente i magrebini avrebbero allargato il loro giro anche alle zone adiacenti, compresa la stessa via dei Volsci, creando un conflitto di interessi con gli occupanti del centro sociale.
Un problema di gestione del territorio che, oltre allo spaccio, ha altri risvolti in ambito delinquenziale. Negli ultimi tempi sono aumentati scippi e rapine, effettuati proprio dalle gang magrebine, secondo quanto riportano le forze dell’ordine. Questi episodi, se tollerati quando coinvolgono turisti o avventori occasionali, contribuiscono a creare un forte clima di tensione nel momento in cui le vittime sono residenti del quartiere. Tensioni che sempre più spesso sfociano in risse o rappresaglie, testimonianze evidenti di una convivenza ai limiti della sopportazione. Su questi episodi finora hanno taciuto tanto il sindaco Marino, quanto gli amministratori e i politici locali; un silenzio che potrà sopire qualche polemica, ma non porrà certo rimedio a una situazione che appare complicarsi giorno dopo giorno, in attesa, forse, di vedere a San Lorenzo le stesse scene di guerriglia urbana delle banlieue francesi durante la rivolta del 2005.
Francesco Pezzuto
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