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Via gli incompetenti e più fiducia nello Stato. Così si sconfigge la psicosi coronavirus

by La Redazione
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Coronavirus

Roma, 3 mar – Dopo gli annunci e i provvedimenti sconsiderati di un governo poco idoneo (ma non solo per questo) a fronteggiare, in maniera adeguata, l’emergenza coronavirus, oggi sembra che le preoccupazioni maggiori vadano verso i danni economici che tale emergenza ha procurato. Come se, fin dal principio, non fosse ampiamente prevedibile tale situazione, visto che il virus “cinese” si è mostrato in una fase di congiuntura mondiale indebolita e quando anche la Cina rallentava la crescita. Ma la crisi era già presente prima del coronavirus, come si evince dai dati economici, e quindi chiunque avrebbe capito che senza adeguati provvedimenti si andava a sbattere.

Contro il coronavirus deve tornare la fiducia

Le discriminazioni cui l’Italia è sottoposta da tanti paesi, a cominciare dagli Usa e per finire alla Romania, i cui standard sanitari sono, normalmente, molto inferiori ai nostri, vanno, con autorevolezza, respinte al mittente e la diplomazia dovrebbe agire per limitare atteggiamenti simili. La questione della “fiducia” è molto importante, poiché gli italiani sono entrati in una “psicosi” che va eliminata il più presto possibile e trasformata nella capacità di gestire, al meglio, con intelligenza, un momento difficile.

La quarantena è un sacrificio essenziale

La comunità scientifica ha ben spiegato quali sono le misure igieniche da osservare per proteggersi, e comunque, il nostro Sistema sanitario nazionale è uno dei migliori al mondo. Certo, è sotto pressione, soprattutto nelle cosiddette “zone rosse”, ma il contenimento dell’epidemia è assolutamente necessario e tutti i cittadini devono condividere queste misure per se stessi e per tutti gli altri. La quarantena limita, è vero, le libertà personali, ma è l’unica misura efficace per limitare i contagi. E, se è vero che gli epidemiologi valutano il tempo di incubazione del coronavirus da 5 a 14 giorni, nelle prossime due settimane dovremmo assistere ad un picco di contagi, seguito da una fase “piatta” e, poi, da una fase discendente della “curva epidemica”. Questo, ovviamente, per fare una fotografia che ci dice come siamo messi e come si andrà avanti.

In Italia, ci sono circa 5 mila posti di “terapia intensiva”, sufficienti per l’ordinaria assistenza prevista per i casi necessari, ma non si può pensare di usarli tutti per i casi gravi di coronavirus, altrimenti le altre urgenze che necessitano di “terapia intensiva” verrebbero automaticamente espunte dalle cure. Inoltre – spiace dirlo – in tutte le terapie intensive si segue una “regola non scritta”, che è quella di trattare soggetti che hanno più possibilità di farcela e non occupare posti di terapia intensiva con persone gravemente compromesse, il cui “exitus” è ampiamente prevedibile. Ecco perché la quarantena diventa un sacrificio sostenibile se, per una volta, si antepone il bene comune all’individualità.

Un governo inadeguato

Il richiamo in servizio dei medici in pensione sembra confliggere con i caratteri sempre evidenziati di un’epidemia che, nelle persone anziane, provoca, in generale, i danni peggiori. Sicuramente, assumere velocemente forze giovani nel Sistema sanitario nazionale sembra la soluzione migliore. La proposta del ministro degli Affari regionali Boccia di aprire le terapie intensive delle regioni del Sud ai pazienti provenienti dalle regioni del Nord sembra non tenere conto delle difficoltà di un trasferimento non opportuno sia per motivi logistici che di allarme sociale.

E che dire, ancora, del nostro ministro degli Esteri che invia un “messaggio di cordoglio” ad Erdogan per i soldati turchi uccisi, e per tutta risposta lo stesso apre le frontiere in un momento così drammatico per l’Europa, solo per lucrare altri soldi, per contenere le migrazioni da Oriente. La fotografia dell’Italia, in questo momento, spiace dirlo, è quella di un paese in balia degli eventi. Ancora, purtroppo, non si capisce che servono uomini di governo con particolari requisiti, con senso dello Stato, autorevolezza e capacità gestionali fuori dal comune. Non esattamente le qualità espresse da questo esecutivo.

Maria Teresa Baione (Medico Pediatra)

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Sergio Pacillo 3 Marzo 2020 - 2:51

Il problema non è la psicosi virus ma è il virus, che, a quanto pare, non è un grande problema.

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