Palermo, 16 lug – “Va fermata, va fatta fuori come suo padre“: queste le terribili parole pronunciate da Matteo Tutino, primario all’ospedale Villa Sofia e finito agli arresti nei giorni scorsi al termine di una lunga indagine, parlando a proposito di Lucia Borsellino, all’epoca assessore alla sanità ma dimessasi da qualche giorno. La conversazione incriminata risale a pochi mesi fa, mentre dall’altro capo de telefono c’è il presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta.
A sorprendere è la reazione del governatore. O meglio, la non reazione: Crocetta ascolta e tace, non accenna ad alcuna risposta. “Non ho sentito la frase su Lucia, forse c’era zona d’ombra, non so spiegarlo”, aggiungendo poi: “Se avessi sentito quella frase avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte”. Le scuse non sembrano però bastate tanto che, sull’onda delle feroci polemiche che si sono subito scatenate, Crocetta ha deciso di autosospendersi dalla carica di presidente.
Una mossa, quella dell’autosospensione, che non placa comunque gli animi. Per Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, i silenzi “provocano ribrezzo” e vi è una precisa “responsabilità politica”, per cui, aggiunge, Crocetta “chiarisca, anche se il tutto appare purtroppo abbastanza chiaro”. Più esplicito Fabrizio Ferrandelli, sempre Pd, presidente della commissione regionale antimafia: “Crocetta, in direzione regionale, disse che se il suo partito gli avesse chiesto un passo indietro lui si sarebbe dimesso subito. Il passo indietro glielo chiedo io visto che questo Pd non glielo chiederà mai. Il mio è un ultimatum al presidente e al Partito Democratico: entro il 19 luglio Crocetta deve consegnare le sue dimissioni e già oggi il Pd deve uscire dalla giunta”.
Se il Pd non riesce a decidersi, molto più esplicite invece le opposizioni in assemblea regionale siciliana, che da Forza Italia al M5S richiedono le dimissioni immediate.
Filippo Burla
"La Borsellino va fatta fuori come suo padre", dice il medico di Crocetta. Che si autosospende
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