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La faccia tosta della Sea Eye: l’Ong tedesca vuole denunciare il governo italiano

by Michele Iozzino
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Sea Eye

Roma, 10 ott – L’Ong tedesca Sea Eye dichiara “guerra” al governo italiano e annuncia di voler denunciare le autorità del nostro Paese.

Sea Eye contro il governo

Come in un famoso sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo, verrebbe da dire: “Cioè si sta ribaltando la situazione”. La Sea Eye – Ong attiva nel trasporto di migranti nel mar Mediterraneo – vuole portare a processo l’Italia, dopo le ripetute violazioni del codice di condotta per i soccorsi in mare introdotto quest’anno dal cosiddetto decreto Ong. In altre parole, quelli della Sea Eye sono andati contro la legge e ora pretendono che quella legge sia illegale. A scatenare le ire dei tedeschi, che suoi propri social si lamentano con un perentorio: “Ne abbiamo abbastanza!”, è stato il fermo della loro nave per 20 giorni e una multa di 3.333 euro. Una sanzione pecuniaria che è ben poca cosa, soprattutto se pensiamo che la Sea Eye è tra le Ong che ha potuto contare sui cospicui finanziamenti del governo tedesco per un cifra intorno ai 365mila euro.

“La legge italiana è illegale e serve in primo luogo a uno scopo: la propaganda di destra”

Come scrivono loro stessi, la faccenda ha un forte accento politico: “Ci siamo schierati contro la crescente spinta di destra”. Anzi, descrivono come “folle” il ragionamento dietro il codice di condotta governativo e lo ritengono “una grave violazione del diritto internazionale”. Il decreto Ong prevede infatti che dopo aver effettuato un salvataggio in mare le navi si dirigano il prima possibile verso il porto indicato dalle autorità, senza compiere altre operazioni di soccorso. Cosa che la Sea Eye non ha rispettato, compiendo tre azioni di salvataggio nell’ultima missione. Ma a sbagliare non sarebbero loro, bensì lo stesso governo: “La legge italiana è illegale e serve in primo luogo a uno scopo: la propaganda di destra”. E rincarano la dose: “È un patetico tentativo di screditare le organizzazioni civili di salvataggio in mare”. Evidentemente quelli della Sea Eye si sentono i veri giudici del mare, ogni altra norma è un atto di lesa maestà contro di loro.

Michele Iozzino

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