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La guerra dell’informazione fra Russia e Wikipedia

by Michele Iozzino
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Roma, 1 apr – Una multa di 4 milione di rubli. Questa è la minaccia di Mosca a Wikipedia. Sotto accusa sarebbero le pagine del sito dedicate al conflitto in corso, ritenute dai russi eccessivamente faziose. A renderlo noto è la stessa Russia, attraverso il Roskomnadzor, ente statale che si occupa di regolamentare le comunicazioni dei media. In una nota, l’ente chiede a Wikipedia la rimozione di “Informazioni imprecise su un’operazione militare speciale della Federazione Russa in Ucraina finalizzata alla disinformazione degli utenti russi”.

Le ragioni dello scontro tra Russia e Wikipedia

Il contenzioso, in realtà, era cominciato già a inizio marzo, quando il Cremlino aveva prospettato l’oscuramento di Wikipedia per la pagina “Invasione della Russia in Ucraina”. La pagina avrebbe contenuto, secondo il parere dei russi, informazioni non precise sulle vittime civili ucraine e su quelle militari russe.

La risposta di Wikimedia Foundation, l’organizzazione che gestisce la piattaforma di Wikipedia e che ha sede a San Francisco, non si era fatta attendere. Il 3 marzo infatti, attraverso un comunicato, aveva annunciato che “non si sarebbe tirata indietro davanti ai tentativi di censurare e intimidire i membri del nostro movimento ”.

A queste dichiarazioni aveva fatto seguito, l’11 marzo, l’incarcerazione in Bielorussia di Mark Bernstein, blogger ed editor di Wikipedia in russo. L’arresto era stato condotto dal Gobupik, ovvero dalla direzione principale per la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione della Bielorussia. Tale azione era sta possibile grazie alla nuova legge contro le fake news approvata nei giorni scorsi dalla Duma.

Il caso di Google

A ciò si aggiungono le richieste che sempre il Roskomnadzor ha indirizzato a Google. Il 29 marzo l’ente governativo aveva minacciato l’azienda statunitense di una multa di 8 milioni di rubli o, in alternativa, del 20% delle sue entrate annuali in Russia, se non avesse rimosso alcuni video presenti su YouTube, ritenuti disinformativi dall’agenzia russa. Dopo il blocco di Facebook, Instagram e Twitter, YouTube rimane uno dei pochissimi colossi social americani a cui si può ancora accedere in Russia.

Guerra digitale e guerra reale

Tutte questa manovre da parte della Federazione Russa dimostrano il peso che le grandi piattaforma digitali hanno acquistato sullo scacchiere internazionale. Una vera e propria guerra dell’informazione che si va ad aggiungere a quella ben più concreta che si combatte sui campi di battaglia.

Michele Iozzino

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1 commento

fabio crociato 2 Aprile 2022 - 11:27

Wikipedia è in caduta libera… a sfracellarsi. Dovrebbe riportare solo i dati e i fatti, riconosciuti come tali. Non ce la fanno perché altrimenti chiuderebbero baracca e burattini. Questo è il risultato di quando ci si lascia comprare dalla quantità e non della qualità dispendiosa.

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