Roma, 1 nov – “Ci sono persone che si alimentano solo dei misfatti degli altri. Ragionano così: a me va di m…, a te deve andare peggio. Queste persone mi fanno pena, perché sono povere. E anche con tutto l’oro del mondo non si arricchirebbero di certo. Rimarranno sempre dei poracci”. Così scrive su Facebook Giulia Innocenzi, 29 anni, giornalista di “Servizio Pubblico”, appena bocciata allo scritto dell’esame di Stato per l’iscrizione all’albo de i giornalisti professionisti. La cosa ha generato non poche ironie sul web, soprattutto in quel vasto mondo che non ha esattamente in simpatia Santoro e il suo staff. Da qui la reazione risentita della Innocenzi.
Certo, fa un po’ ridere oggi l’autodifesa professionale di quei giornali che parlano di una prova quasi insuperabile. Anche se quest’anno, in effetti, si parla di un 44% di bocciati, percentuale piuttosto inusuale. Evidentemente si è trattato di quella sessione impossibile che può capitare in qualsiasi momento e che la Innocenzi ha avuto la sfortuna di beccare. Cose che capitano. La sua reazione alle critiche (certo in gran parte inutilmente rancorose) è stata però malposta per una serie di ragioni.
a) Lavorare in tv comporta onori e oneri. Fra questi ultimi c’è il fatto di diventare un personaggio pubblico. E quando si è un personaggio pubblico il fatto che si venga bocciati a un esame è un fatto, non un misfatto. È una notizia che è assolutamente normale riportare.
b) Il richiamo alla riservatezza, inoltre, appare comico e surreale. Anche qui l’aspirante giornalista raccoglie ciò che ha seminato. Se il privato è pubblico, ciò non vale solo per gli altri, ma anche per se stessi, proprio nella misura in cui si diventa un personaggio noto.
c) È assolutamente vero che lavorare con Santoro è, come spiegò a suo tempo la stessa Innocenzi, una grande “scuola di giornalismo”, certo maggiore della miriade di testate farlocche, giornali locali, siti di pseudoinformazione per cui sono passati gran parte degli altri candidati. Ma una grande scuola impone grandi aspettative. Di nuovo: onori e oneri…
d) Quando si è un personaggio pubblico si decide anche lo stile e la linea con cui presentarsi davanti alle telecamere, si stabilisce l’approccio da tenere con gli intervistati e con i telespettatori, ci si crea, insomma, un personaggio. E a questo personaggio bisogna poi avere la forza di restare fedeli. Se Ibrahimovic sbaglia un passaggio elementare si beccherà più fischi di altri, perché il personaggio che si è costruito si basa anche sull’arroganza del campione che non deve chiedere mai. Giulia Innocenzi ha impostato il suo personaggio secondo uno stile che imporrebbe più carattere di fronte a un insuccesso. Altrimenti, se si sospetta di non reggere la pressione, la cautela imporrebbe di presentarsi con maggiore boria…
Giorgio Nigra
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