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La Mussolini bastona la Segre: “Da nonnina a strega di Biancaneve, fomenta l’odio”

by Cristina Gauri
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Roma, 30 gen – Alessandra Mussolini a gamba tesa contro Liliana Segre sulla polemica innescata dalla senatrice a vita sull’intitolazione di una via di Verona a Giorgio Almirante. La nipote di S.E. aveva mal digerito le dichiarazioni della Segre, arrivate in seguito alla decisione del consiglio comunale della città scaligera di conferirle la cittadinanza onoraria; un’onorificenza assegnata nello stesso giorno dell’intitolazione di una strada al leader del Msi. 

La polemica della Segre

“Le due scelte sono di fatto incompatibili per storia, per etica e per logica”, aveva dichiarato la senatrice a vita ad Adnkronos. “Una via Almirante a Verona? Davvero? Oh, povera strada…” commenta ancora. “Mi chiedo se sia lo stesso Comune, quello di Verona, a concedere a me la cittadinanza onoraria e poi a intitolare una via ad Almirante: si mettano d’accordo!”. E aveva chiosato: “Un conto è intitolare strade a Moro o a Nenni, a Berlinguer o a La Malfa, un altro conto è intitolarla ad Almirante che ha una storia diversa, anzi ben diversa, visto che fu tra i sostenitori del Manifesto della Razza per il quale noi ebrei non eravamo italiani”.

Da nonnina a strega

Qualche giorno fa, intervenendo al Morning Show dell’emittente padovana Radio Cafè, l’ex deputata è tornata sull’argomento: «La democrazia consiste nel far convivere diverse culture e il rispetto di diverse storie e posizioni. Liliana Segre è una figura che dovrebbe essere bonaria, è una nonnina, va nelle scuole, dovrebbe parlare contro il pregiudizio, contro la violenza, ha avuto un dramma umano e quindi dovrebbe rigettare il pregiudizio». La Segre, secondo la Mussolini, dovrebbe pensare a pacificare e non a fomentare: «Stiamo discutendo di cosa è odio e cosa non lo è, proprio quello di cui dovrebbe occuparsi la commissione contro l’antisemitismo presieduta dalla Segre. Non provochiamo l’effetto contrario, altrimenti ci si trasforma da nonnina a strega di Biancaneve». Poi la chiosa su Piazzale Loreto: «Fino a quando un presidente della Repubblica non dirà che piazzale Loreto è stato uno scempio, non ci sarà pacificazione».

Arriva la Boldrini

Dopo la bacchettata alla Segre, arriva quella della Boldrini all’ex eurodeputata, che con tanto di ditino severo ricorda l’intoccabilità della senatrice a vita: “La prossima volta che ad Alessandra Mussolini viene in mente di parlare di Liliana Segre conti fino a dieci“, ha twittato l’ex presidente della Camera.

Cristina Gauri

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