Ed è stato proprio il farsi crescere la barba, senza i baffi, ad aver destato il principale sospetto tra gli agenti che gli hanno chiesto i documenti. Hosni, per sua stessa ammissione agli agenti che lo hanno arrestato, ha dichiarato di essere rientrato dalla Tunisia nel 2015. Ha anche raccontato di essere andato via dall’Italia da bambino e di non avere più contatti con la madre che vivrebbe in Puglia.
Da allora pare che, nonostante ufficialmente vivesse con la sua disastrata famiglia, vivesse come un nomade, bivaccando in stazione e dormendo in un’automobile in periferia, a Quarto Oggiaro. Nell’auto non è stato trovato nulla: né computer né droga, nonostante avesse precedenti per spaccio.
I pm dell’Antiterrorismo ora stanno verificando che il profilo facebook rinvenuto di questo Ismail Hosni appartenga allo stesso Ismail Hosni che ha accoltellato i due militari e l’agente della Polfer in Stazione Centrale a Milano. Si stanno inoltre muovendo per capire se l’aggressore avesse contatti con gli ambienti del radicalismo islamico. Dalla Digos hanno spiegato che durante l’interrogatorio, che si è svolto tranquillamente, Hosni “non ha mai fatto riferimenti a Isis e radicalismo islamico”. Tuttavia le indagini sulla sua rete relazionale proseguono.
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