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La nuova frontiera del femminismo: le “molestie percepite”

by La Redazione
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Roma, 14 mar – Nel Comune di Heikendorf in Germania si era pensato di decorare l’aula consiliare con i quadri del pittore Kai Piepgras sul tema “omaggio alla bellezza e alla femminilità”. I dipinti di Piepgras sono castissime rappresentazioni di femminilità, ma hanno suscitato l’ira delle femministe di sinistra in consiglio comunale che attraverso i dipinti “percepiscono molestie sessuali”. Così il Sindaco di Heikendorf Alexander Orth lo ha chiamato riferendogli che le immagini avevano causato indignazione tra le politiche femministe del consiglio comunale. Si è parlato di molestie percepite attraverso le immagini, parallelismi con il dibattito #MeToo, il movimento cui le starlette del cinema si sono scoperte improvvisamente vittime di molestie da parte dei registi. E la soluzione è stata che ogni mattina l’autore dei dipinti deve recarsi in Municipio a coprire i dipinti con dei teli affinché le “Consigliere” (usiamo il termine politicamente corretto per puro dileggio) non si sentano molestate sessualmente mentre danno il loro fattivo contributo all’amministrazione cittadina.

Ne è venuto fuori un siparietto che il pittore ha messo su Youtube e che potete godervi quale esempio dell’imbecillità umana, in particolare stavolta delle radical chic use a mettere la vulva (usiamo il termine fisiologico) al centro di ogni questione, dalla deriva dei continenti al buco nell’ozono, accusando poi l’universo mondo di essere “sessista”. E’ pur vero che come dicono gli americani nasce un imbecille al minuto, basta trovarlo. E che l’Onnipotente ha diviso equamente gli imbecilli fra i due sessi e tutti i popoli del mondo. Ma qui la questione va affrontata politicamente perché l’accesso degli imbecilli alla democrazia rappresentativa ne condiziona il funzionamento, non in meglio. Già a gennaio 2016 in occasione della venuta a Roma del Primo Ministro iraniano Rohani, ospite di Matteo Renzi, si pensò di rendere omaggio all’ospite in visita ai Musei Capitolini coprendo coi cartoni le statue femminili dell’Arte Classica, fra cui la celebre “Venere Capitolina” che insieme al David di Michelangelo sono la migliore rappresentazione del Classicismo e del mondo greco-romano che è alla base della civiltà occidentale. Si voleva mostrare deferenza a Rohani senza rendersi conto che lo si offendeva, figuriamoci se a parti rovesciate Rohani avrebbe fatto coprire i mosaici di qualche moschea di Theran.

Ma gli imbecilli, e le imbecilli, non ci arrivano. Vivono in uno stato di perenne adolescenza quando la scoperta della funzione degli organi genitali si associa alla progressiva emancipazione della tutela dei genitori, che agli albori del femminismo di sinistra si traduceva in “io sono mia”. Per cui mancando il naturale processo evolutivo verso l’età adulta le stesse signore, ormai parecchio attempate, e le loro sfortunate figliole, si esibiscono in sceneggiate come quella del marzo 2017 al Sacrario del Vittoriano dove hanno orgogliosamente mostrato la vulva ai passanti, volendo con questo dileggiare la memoria dei 600.000 caduti della I Guerra Mondiale. Queste cose in genere i maschietti le fanno in prima o seconda media, ma fra di loro e nei gabinetti della scuola: la famosa gara a “chi ce lo ha più lungo”. Poi crescono: non si ha notizia di uomini che vanno in gruppo per le piazze a mostrare l’uccello ai passanti, di nessun credo politico.

Ora siamo alle “molestie percepite” che a quanto sembra dal caso tedesco si ispirano alla vicenda della “attrici molestate”. Stiamo parlando di signore che cedendo alle “molestie” di quello o quel produttore cinematografico poi ci sono andate a letto per qualche anno incassando contratti milionari (una sveltina per uno spot pubblicitario). Infine, col diradarsi delle “molestie” (e relativi contratti) si sono ricordate che dieci o venti anni prima “per lavorare” (manco fossero un metalmeccanico disoccupato) si sono dovute togliere le mutande. Come quelle del Vittoriano per, dicono loro, emancipare le donne dal “sessismo”. Quando i futuri sociologi esamineranno la generazione dei post-sessantottini saranno stupefatti del numero di imbecilli che ha generato: altro che uno al minuto.

Luigi Di Stefano

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6 comments

Robert Lee 14 Marzo 2018 - 7:38

Con la diminuzione.del lavoro nel mondo ci sará sempre più tempo per queste str…ate

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Dino 14 Marzo 2018 - 7:39

Ironico quanto arguto questo articolo del nostro Luigi.
Giorni fa un lettore commentò un articolo citando gli antichi: ” Gli Dei fanno impazzire coloro che vogliono distruggere”. Sono totalmente d’accordo.

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raffaele vitali 14 Marzo 2018 - 10:15

Molestie percepite……….io percepisco ignoranza,ignavia,infamia da queste parassite morali e nullafacenti, arpie dotate di un cervellino caprino e drogato,chiamarle donne significa offendere la figura femminile che queste laide lonze nemmanco possono avvicinare……..vadano a pulire i cessi in un centro di accoglienza per feccia africana.

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paolo 14 Marzo 2018 - 10:54

ehehehehe….
dieci e lode,
Di stefano.
sono cose che penso spesso anche io..
e credo,tutti gli uomini normali,di onesti sentimenti.
ma non penso ci sia da preoccuparsi più di tanto in fondo…
il frutto avvelenato del fanatismo nazifemminista
ha già cominciato a manifestarsi,ed è la loro solitudine:
niente famiglia,niente figli,niente compagno,niente storie in corso….
a volte un pò di carriera a supplire,
(ma non spesso)
quindi le fanatiche si estingueranno a breve,
mentre le donne più sveglie si sono rese conto della badilata sui denti che han preso,con il femminismo..
e adesso stanno tirando spasmodicamente la leva “indietro tutta”
mentre dall’altra parte gli uomini stanno imparando a difendersi,come il crollo verticale dei matrimoni dimostra
(e presto crolleranno anche le convivenze,visto che hanno inserito il mantenimento pure in quelle)

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Agostino 15 Marzo 2018 - 10:53

Ottima riflessione!

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Nero Carbonio 15 Marzo 2018 - 11:28

Tutto questo ha un nome: idiocrazia.

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