Roma, 2 ott – E’ stato recapitato ieri all’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, l’avviso di chiusura indagini preliminarie relativamente ad una vicenda di tangenti legata al filone d’inchiesta su Mafia Capitale. L’atto prelude il rinvio a giudizio.
Alemanno alla sbarra
L’ex sindaco di Roma in quota An, poi passato (ma nel frattempo autosospesosi) con Fratelli d’Italia, è accusato di corruzione e finanziamento illecito. I pubblici ministeri titolari dell’inchiesta, coordinati dal procuratore Giuseppe Pignatone, hanno vagliato 125mila euro “sospetti”: 75mila in cene elettorali, 40mila destinati alla Fondazione Nuova Italia della quale Alemanno era presidente, 10mila euro in contanti.
Secondo l’accusa si tratterebbe di modalità per occultare veri e propri finanziamenti che, da Buzzi & company, arrivavano generosamente nelle tasche del fu primo cittadino. In cambio delle elargizioni Alemanno si sarebbe prodigato in favore della cupola, con atti quali nomine pilotate nel cda di Ama (la municipalizzata dell’igiene ambientale) e la concessione di finanziamenti alla società Eur spa affinché questa pagasse i propri debiti nei confronti della stessa organizzazione.
“L’avviso di conclusione delle indagini preliminari che mi è stato notificato oggi dalla Procura della Repubblica non contiene più i reati previsti dall’articolo 416 bis del codice penale, ovvero l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Dopo dieci mesi finalmente sono stato liberato dall’accusa infamante di essere partecipe di un’associazione mafiosa”, ha dichiarato Alemanno in una nota.
“Per me – ha continuato Alemanno – è la fine di un incubo. Rimane la possibilità di una richiesta di rinvio a giudizio per reati di corruzione e finanziamento illecito, accuse che io respingo e da cui mi difenderò in ogni modo, convinto che la Magistratura mi darà giustizia con la stessa onestà intellettuale con cui oggi ha archiviato per me l’ipotesi di reato di associazione a delinquere di stampo mafioso”.
Il mistero dell’associazione mafiosa
La ricostruzione di Alemanno sembra, però, essere in parte errata.
E’ vero che l’avviso di chiusura indagini non menziona il reato di associazione mafiosa, ma non lo fa perché riguarda un altro filone di indagine.
Su quest’ultimo i magistrati e gli investigatori stanno infatti ancora approfondendo aspetti e dettagli.
Giuliano Lebelli