Milano, 14 Mar – Una volta lì c’era un campetto, dove i bambini del luogo giocavano a calcio. Poi arrivò Pisapoa, che come novello Robin Hood decise di rubare agli italiani per dare ai Rom.
E’ nato così il campo Rom di Via Lombroso, eufemisticamente definito “centro di accoglienza temporanea”. Campo che però in poco tempo si è trasformato in un’enorme officina a cielo aperto con tutto l’armamentario del caso: interi motori, sottratti a furgoni o utilitarie, pezzi di scooter, e soprattutto auto fatte a pezzi nel piazzale per ricavarne pezzi di ricambio.
Dopo mesi di questo andazzo, la polizia ha deciso di intervenire per sequestrare due auto che stavano all’interno del campo (verosimilmente quelle non del tutto smembrate e ancora riconoscibili come tali). E ha aperto le indagini.
L’assessorato meneghino alla sicurezza comunica però con solerzia che una delle due auto “potrebbe non essere stata rubata” perché dalle prime verifiche non risulterebbero denunce. Sarà stata acquistata appositamente dagli operosi Rom per poi farla a pezzi e ricavarne pezzi di ricambio?
La storia del campo, inaugurato solo la scorsa estate, è stata da subito travagliata. Ricavato come detto sottraendo un campo di calcio ai bambini milanesi, fin da subito è stato oggetto di furto degli estintori anti-incendio, successivamente del carburante destinato a riscaldarlo, per poi diventare per l’appunto un’officina di “ricambi” auto. Ora sono in corso le indagini.
Finiranno forse per stroncare sul nascere il brillante spirito imprenditoriale dei Rom di Pisapia?
Cristiano Coccanari