Milano 22 giu — «Io mi sono messa dei pantaloni larghi. So che non c’entra niente ma mi sentivo più a sicuro con quel tipo di vestito lì», sono le parole di Stephanie, molestata e picchiata a sangue sabato scorso da un branco di pakistani nella zona di Porta Venezia, a Milano. I carabinieri che hanno raccolto la sua denuncia le hanno spiegato che «sono soggetti noti, che la situazione la conoscono già ma hanno le mani legate per colpa della legislazione, che in questo Paese è abominevole da questo punto di vista. Ancora oggi risultano a piede libero, pronti per molestare e aggredire la prossima ragazza».
Stephanie, picchiata e molestata da pakistani a Milano
A raccogliere la sua testimonianza la pagina Instagram Milano bella da Dio, che espone l’accaduto. «È l’una e mezza di Sabato notte quando Stephanie viene palpeggiata nelle parti intime da un uomo in Via Lazzaro Palazzi, nel cuore di Porta Venezia. L’uomo fa parte di un gruppo di pakistani seduti ad un bar. Stephanie non ci sta. Reagisce urlando e prendendo a gomitate il molestatore mentre tutto il branco la deride. Pochi secondi dopo, lo stesso uomo le lancia addosso una bottiglia di vetro che le rompe un incisivo a metà e le apre il labbro inferiore». La ragazza, ancora scossa dall’accaduto, racconta l’episodio in un video, mostrando le ferite dell’aggressione.
Milano come il resto d’Europa: la nostra casa non è più nostra
E’ fatta, finalmente i frutti dell’integrazione sono maturi. Le ragazze hanno ufficialmente paura di uscire la notte e si adeguano ai dettami stilistici in voga nelle capitali europee più rinomate: si vestono, dunque, non all’ultima moda, ma con lo scopo (o la speranza) di non attirare l’attenzione di centinaia di migliaia di extracomunitari, provenienti da culture che disprezzano la donna e la ritengono poco più (o poco meno) di un animale domestico e che non hanno alcuna intenzione di adeguarsi al contesto occidentale. Beppe Sala, dall’alto dei suoi calzini arcobaleno, ci dice che è solo un problema di percezione. A Milano si vive benissimo.
I colonizzatori sono questi branchi di maschi allogeni, perennemente frustrati sessualmente e imbevuti di cultura della sopraffazione nei confronti dell’altro sesso che considerano le donne italiane terreno di conquista; nel mentre tv, giornali e intellò berciano sulla necessità di riprogrammare il maschio bianco e privarlo di quell’ultimo refolo di testosterone che gli è rimasto in corpo. La giustizia italiana? Non pervenuta, la mano larga nei confronti di questi esseri e la certezza della semi impunità costituisce un incentivo irresistibile per l’allogeno. E la condanna a morte della nostra libertà.
#Milano, Porta Venezia, Stephanie palpeggiata e aggredita con una bottiglia di vetro da un branco di pakistani: “Oggi risultano a piede libero, pronti per molestare e aggredire la prossima ragazza”
Questa notizia non è rimbalzata sulle prime pagine dei giornali: forse perché non… pic.twitter.com/G1k6gsqghW
— Francesca Totolo (@fratotolo2) June 21, 2023
Cristina Gauri
2 comments
bah…
è fin dalla riforma martelli del ’90 che avverto tutti di quello che ci aspettava,con questa politica suicida:
tutti hanno sottovalutato il problema,e tutti se ne sono fregati delle rogne che questa torma di barbari avrebbe causato al nostro stile di vita:
A COMINCIARE dalle donne,che erano le prime a darmi del razzista nazifascista
quando le avvertivo della bolgia in arrivo.
SOLO ADESSO,si svegliano?
ma andatevene in quel posto…
TUTTI.
avete voluto i problemi?
li avete cercati col lanternino?
adesso GODETEVELI.
Purtroppo quando si è giovani si comincia (!) a comprendere solo quando si è colpiti… fondamentalmente grazie ad anziani cinici, menefreghisti e a ben altro interessati. Vero sindaco Sala & Company fondo-bancaria ? Pelo sullo stomaco o Pil ? O entrambi ?
N.B. Tra viale Tunisia e Vittorio Veneto a Mi (area dell’ accaduto) una volta c’erano gli immigrati “terroni”, usati ma snobbati, ghettizzati da lor signori ma erano di ben altra pasta e rispetto. E le canne, progressione verso il “fuori” integrale, non c’erano.