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Da molestatore di una bimba disabile a “pediatra a domicilio”: la nuova vita dell’ex Pd Antonio Maria Ricci

by Francesca Totolo
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antonio maria ricci, molestatore Pd

Roma, 25 nov – Lunedì 22 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il ministro Elena Bonetti ha presentato alla Camera la mozione contro la violenza sulle donne. La discussione è avvenuta in Aula vuota dove erano presenti solo 8 deputati su 630. È lecito chiedersi dove fossero tutte le onorevoli che ogni giorno lottano per cambiare la vocale finale di un sostantivo e si battono per le donne che vivono in Paesi stranieri “misogini”. Forse erano rintanate nel medesimo luogo in cui si trovavano nel 2019, durante il voto riguardante la legge sul “Codice rosso”, che vide l’astensione di tutta la compagine del Partito Democratico. Persino Laura Boldrini, la paladina del neo femminismo, e Alessandro Zan, il relatore del disegno di legge contro l’omofobia e la transfobia, inspiegabilmente, si astennero. Il secondo capitolo del mio ultimo libro “La Morale Sinistra”, edito da Altaforte Edizioni, approfondisce il tema in merito alle violenze contro le donne perpetrate da esponenti del Pd, ovvero il partito che si è auto investito paladino delle donne. Come ormai è palese, la superiorità morale della sinistra, anche in questo caso, esiste solo sulla carta. Per questo motivo e in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ripercorriamo la vicenda dell’allora segretario di Pavia del Partito Democratico e già candidato alle elezioni comunali del 2009, Antonio Maria Ricci, che venne arrestato a Pavia nel luglio del 2016.

Il “Medioevo” della sinistra e il silenzio sulle condanne dei compagni

A far scattare le manette, una delle accuse più infamanti: violenza sessuale nei confronti di una bambina di 13 anni disabile, con una grave patologia intestinale. Allora Ricci era dirigente medico presso la clinica pediatrica del San Matteo e presidente dell’Asp Santa Margherita di Pavia. Gli inquirenti partirono dalla segnalazione dei genitori della bambina, che si trovava in cura presso l’ospedale San Matteo. Secondo l’ipotesi accusatoria, la tredicenne durante i vari ricoveri presso il reparto di Pediatria avrebbe subito gli abusi sessuali da parte dell’ex segretario del Pd. Nel fascicolo delle indagini, fu accertato che il dottor Antonio Maria Ricci svolse una lunga attività di adescamento, durata per circa tre mesi, attraverso una chat di Facebook, intrattenendo contatti con la bambina. Secondo gli inquirenti, Ricci si presentò come medico amico conquistando la fiducia della tredicenne, arrivando poi a mostrarsi interessato e attratto anche fisicamente da lei con dialoghi di natura sessuale durante i quali si faceva promettere un bacio. Infine, approfittando del fatto che la bambina fosse rimasta sola in camera, l’avrebbe baciata più volte.

L’indagine permise di acquisire inconfutabili elementi di responsabilità a carico dell’ex segretario del Pd di Pavia, come i testi delle chat intercorse con la bambina le quali, interfacciate con i turni di servizio del medico, fornirono riscontri oggettivi sulla veridicità di quanto era scritto nei messaggi stessi. L’allora sindaco di Pavia, Massimo Depaoli, esponente del Pd, rimosse tempestivamente in via cautelativa Ricci dal consiglio di amministrazione dell’Azienda servizi alla persona, dichiarando: “Mi auguro che la delicata vicenda che vede coinvolto Antonio Ricci si chiarisca al più presto. Nel frattempo, in via cautelativa, per agevolare il normale svolgimento del procedimento giudiziario e favorire la regolare attività dell’Azienda servizi alla persona (Pertusati e Santa Margherita), procederò alla sua revoca dal consiglio di amministrazione che attualmente egli presiede”. I giudici di Milano, nelle motivazioni dell’arresto, avevano riportato alcuni dialoghi, già citati nell’ordinanza, intercorsi tra Ricci e la bambina disabile, tra questi “Sembri una di vent’anni”, “Hai un viso da infarto e un corpo da triplice infarto”, “Sei una gran gnocca”, ma anche alcune dichiarazioni rese dall’ex segretario del Pd durante l’interrogatorio di garanzia. In particolare, lo stesso pediatra aveva ammesso di intrattenere altre amicizie su Facebook con sue pazienti, con cui avrebbe avuto “solo un rapporto di empatia”, da medico a paziente. Secondo i giudici che poi avevano rifiutato la sospensione degli arresti domiciliari, questi elementi comportavano “il pericolo che gravi condotte come quelle contestate potessero essere reiterate”. Per questo motivo, suona ancora più stonata la sentenza di condanna emessa nel febbraio del 2017: Ricci patteggiò due anni di reclusione con sospensione condizionale della pena per violenza sessuale su minore.

La nuova vita di Antonio Maria Ricci: “Pediatra a domicilio”

A un anno dal patteggiamento, la scoperta di una madre di Milano che stava cercando un pediatra per il proprio figlio su internet: “Non mi ha fatto una buona impressione. Ha usato il termine “pisciare” anziché “fare pipì”, era trasandato, l’ho trovato strano, quando è andato via ho guardato il suo nome sulla ricevuta e ho cercato informazioni su Google. Quando ho scoperto che ha avuto una condanna per violenza su una bambina mi è venuto un colpo. Un pediatra con un precedente simile non può nascondersi dietro un sito per visite a domicilio. Esigo saperlo prima”.

Antonio Maria Ricci si è reinventato “pediatra a domicilio” nell’azienda privata del fratello Mario, la Yourfullwellness che ha due siti sul web: Il pediatra a Milano e Studio medico Anguissola, che si presenta come “Guardia medica privata di Milano”. Mario Ricci ha spiegato al Fatto Quotidiano: “Ho lasciato il lavoro per aiutare mio fratello a tornare a fare il medico con questa società altrimenti andavamo sul lastrico. Abitiamo insieme a Casorato. Invio tanti dottori a casa, ogni tanto se non c’è un medico disponibile mando lui”. Sentito da Selvaggia Lucarelli, Mario Ricci ha dichiarato pure che: “Dopo il patteggiamento (di Antonio Ricci, ndr) non sono state ritenute necessarie eventuali terapie riabilitative” e che quindi il fratello ha continuato a esercitare con i bambini senza nemmeno aver ricevuto un supporto psicologico. L’ex segretario del Pd si è invece giustificato: “Io non ho impedimenti legali e ritengo opportuno continuare a fare il pediatra, ho patteggiato pur non avendo fatto nulla, solo perché il processo sarebbe stato troppo lungo, mi avrebbe impedito di lavorare per anni”. L’Ordine dei medici di Pavia, dove Antonio Ricci è ancora iscritto, si è giustificato dichiarando che “non può e non deve sostituirsi alla magistratura. L’Ordine aveva già sospeso in via cautelare il dottor Ricci subito dopo gli arresti domiciliari. Nel febbraio 2017 i magistrati hanno deciso di accettare la richiesta di patteggiamento del dottor Ricci a due anni con pena sospesa. Ad aprile 2017 la Commissione medica di disciplina gli ha comminato cinque mesi di sospensione su un massimo di sei, tutti già scontati”.

La doppia morale sinistra

Quindi, all’ex segretario del Pd, accusato di violenza sessuale nei confronti di una sua piccola paziente disabile e giudicato pericoloso dai giudici perché le “gravi condotte come quelle contestate potessero essere reiterate”, è bastato patteggiare una pena a due anni con la condizionale per tornare a esercitare come “pediatra a domicilio”. Pensate cosa sarebbe successo a parti invertite: cortei delle femministe inferocite, interrogazioni parlamentari delle onorevoli boldriniane, richiesta di scioglimento del partito di cui era segretario il molestatore sessuale. Purtroppo, ormai è chiaro che esiste una doppia morale sinistra che grazia i “compagni che sbagliano” mentre lapida, ancor prima di una sentenza, gli esponenti della parte avversa.

Francesca Totolo

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