Roma, 16 mag — Un padre decisamente «vecchio stile», che ripara i torti subiti dalla figlia vendicandosi fisicamente. Succede ad Arconate, in provincia di Milano, dove il proprietario di un bar ha affrontato un operaio schiaffeggiandolo, perché quest’ultimo aveva molestato la figlia 18enne. «Mia figlia è scossa, anche se non ha subito danni fisici è molto provata», riferisce il padre a Repubblica.

Il padre vendica la figlia molestata 

L’episodio si è verificato venerdì mattina, quando il lavoratore, un 47enne, è entrato nel bar. Dopo aver consumato l’ennesima birra l’uomo aveva preso a molestare con frasi e apprezzamenti di bassa lega la 18enne che lavorava al bancone. «Ho vissuto indirettamente quei primi momenti, poi lo abbiamo mandato via dal locale». Le molestie erano continuate anche fuori dal locale, mentre la ragazza stava dirigendosi verso casa dopo aver smontato dal turno. L’operaio l’aveva raggiunta, bloccata e aggredita, palpeggiandola e tentando di baciarla. La vittima era però riuscita ad allertare il padre con una chiamata al cellulare, chiedendogli aiuto. L’uomo si era precipitato in soccorso della figlia finendo per pestare violentemente il maniaco. Questo fino all’arrivo di alcuni passanti prima, e delle forze dell’ordine poi.

«Ho cercato di difendere mia figlia», dice il padre della ragazza, dichiarandosi felice della decisione del comune di Arconate di terminare il contratto con la ditta (sotto appalto dell’amministrazione) dove lavorava l’operaio molesto. «E’ una cosa positiva, queste aziende dovrebbero prendere più informazioni sul personale che mandano in giro a loro nome. Anch’io ho avuto dei dipendenti, ma a me una cosa del genere non è mai capitata. Può succedere, per carità, il titolare non può essere sempre presente, ma questo comportamento del non può essere accettato. Ora pagherà chi deve pagare».

Percorso psicologico

La 18enne, fa sapere il padre, è ancora scossa ma sembra stare bene. «Mia figlia si sta riprendendo», spiega, «anche se dovrà fare un percorso psicologico. E’ stata una brutta aggressione, non fisicamente perché per fortuna quella persona non è riuscito a fare nulla, però una ragazza così giovane che si ritrova in una situazione del genere rimane segnata. Quando l’ho visto sono intervenuto, forse ho evitato il peggio, chissà cosa aveva in testa».  

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

4 Commenti

  1. Di che colore era l’operaio ? E quando parlo di colore non mi riferisco quello della tendenza politica che ritengo sia rosso !

  2. Se le avesse toccato il cul0 un calciatore milionario oppure il vecchio manager, allora la molestia non esisteva ed il padre avrebbe consigliato alla figlia di mettersi a novanta!

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