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“Nasceremo dalle macchine”: un agghiacciante futuro per l’umanità?

by Andrea Grieco
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Roma, 4 dic – La tecnica compie ogni giorno che passa balzi sempre più in avanti. La moltitudine di possibilità ed interventi che il progresso tecnologico svela ai nostri occhi racchiude altrettante problematiche e riflessioni, come ad esempio nell’ambito della biologia, uno degli ambiti nel quale la ricerca avrà uno dei maggiori impatti nel prossimo futuro. Nel 2017 un gruppo di ricerca dell’ospedale pediatrico di Philadelphia ha portato alla luce un nuovo tipo di tecnologia battezzata con il nome di biobag. Questo processo è conosciuto con il nome di ectogenesi, ovvero la crescita del feto al di fuori dell’utero.

Con il progresso della tecnica nasceremo dalle macchine?

Biobag è essenzialmente una sacca artificiale con all’interno del liquido amniotico dove il feto viene trasferito e nutrito nelle fasi finali di sviluppo. L’obbiettivo è quello di aumentare la possibilità di sopravvivenza per i neonati prematuri creando un ambiente più simile a quello naturale. Un intento nobile, ma che scorge all’orizzonte possibilità agghiaccianti. Si trova già chi afferma che la nostra specie non partorirà più e che nasceremo dalle macchine, trasformando la gravidanza in una distesa di provette da laboratorio e svincolando del tutto la riproduzione umana dal corpo biologico. La risposta a questi interrogativi deve necessariamente discostarsi da ogni visione manichea e moralista, oltre che avere la forza di non essere travolta da processi che non possono essere contrastati.

Le prospettive future

Il fatto che gestazione e maternità siano aspetti critici (e quindi possibilmente da eliminare) per il capitalismo neoliberale è ormai acclarato. Anche il crescente tentativo di riconoscimento di nuove forme di “famiglia” arcobaleno troverebbe giovamento da un completo distaccamento tra genitorialità e biologia sessuale, di conseguenza l’ectogenesi potrebbe spostare il significato culturale di gravidanza, maternità oltre che del femminile e maschile, alienando l’umanità. Altresì vero il potenziale benefico, ad esempio, per contrastare l’odierno collasso demografico del popolo europeo e che potrebbe ritagliare spazi d’azione non indifferenti. L’attacco all’identità sessuale e alla messa in discussione delle categorie di maschile e femminile da parte delle follie woke è forse il peggior male del nostro tempo, per questo la tecnica deve avere l’accrescimento della potenza dell’uomo (e non la sua distruzione o schiavitù) come obbiettivo primario.

Andrea Grieco

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