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Nei cantieri di Venezia 2mila lavoratori irregolari sottopagati: ecco a cosa serve la manodopera straniera

by Alessandro Della Guglia
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lavoratori sottopagati venezia

Roma, 28 mar – A cosa serve la manodopera straniera? E’ presto detto: a sottopagare i lavoratori. Almeno in molti casi, come quello che stiamo per descrivere. Puro sfruttamento sotto gli occhi di chi ci propina la stucchevole, quanto falsa, cantilena “abbiamo bisogno di immigrati”. Ma bisogno per cosa? Un esempio, vergognoso, arriva dai cantieri navali di Venezia dove quasi 2.000 irregolari, per lo più bengalesi e dell’Europa dell’est, erano impiegati con retribuzioni da fame. Sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica lagunare. Un’indagine, svolta in collaborazione con l’Ispettorato del lavoro, mirata a far emergere l’esistenza di sistematiche condotte di sfruttamento della manodopera nella cantieristica navale veneziana. Parliamo di lavoratori immigrati sottopagati, che ricevevano cioè paghe misere ed erano privati dei più elementari diritti assicurati dai contratti collettivi nazionali del settore.

Venezia, lavoratori irregolari sottopagati: ecco a cosa serve la manodopera straniera

Come riportato dall’Ansa, sono stati acquisiti elementi circostanziati sullo sfruttamento di 383 lavoratori, tutti costretti ad accettare – stando a quanto appreso dagli investigatori – per il loro stato di bisogno, condizioni di lavoro decisamente sfavorevoli e con una paga oraria inferiore ai 7 euro minimi. Le imprese appaltatrici ricorrevano sistematicamente al meccanismo della cosiddetta “paga globale”. In tal modo a Venezia questi lavoratori irregolari, nella cantieristica navale venivano sottopagati con una paga oraria forfettaria, a prescindere appunto dalle previsioni del contratto collettivo nazionale di settore, parametrata soltanto alle ore lavorate.

Non solo, la paga lorda veniva riconosciuta a fronte della predisposizione di una busta paga finta, con tanto di indicazione di voci fittizie del tipo “anticipo stipendio”, “indennità di buono pasto”, “bonus 80 euro”, “indennità di trasferta” e “anticipazione TFR”. Tutte realmente mai erogate al lavoratore e usate per sottrarre a ritenuta fiscale, previdenziale e assistenziale quanto versato. Ecco a voi il magico mondo delle porte aperte e dello sfruttamento assicurato.

Alessandro Della Guglia

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1 commento

Germano 28 Marzo 2023 - 5:23

Si ok ma chi gli dà lavoro? Perché le aziende che impiegano lavoratori irregolari in nero non vengono confiscate e/o nazionalizzate? Perché i responsabili non vanno in galera per anni con multe che li lascino senza un euro a vita?
Sapete per che no succede questo? Perché ogni dei nostri politici ha più schiavi irregolari in nero lavorando a casa sua.

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