Roma, 28 mar — Arriva la conferma: il neonato nigeriano arrivato morto al Policlinico di Tor Vergata lo scorso 24 marzo è stato ucciso da una circoncisione rituale praticata in casa con mezzi di fortuna.
Neonato nigeriano, la madre confessa: l’ho fatto circoncidere
La madre del piccolo ha confessato, ammettendo di averlo fatto circoncidere in casa, a Colonna, nei Castelli Romani, da personale non qualificato. Ma qualcosa era andato storto dopo la procedura. Dai genitali del piccolo sgorgava una quantità preoccupante di sangue. Non riuscendo a bloccare l’emorragia, aveva poi chiamato il numero unico di emergenza. Scesa in strada con il neonato in braccio, aveva attirato l’attenzione di una pattuglia dei carabinieri a cui aveva chiesto aiuto. I militari avevano scortato la donna fino all’ambulanza. Poi la corsa disperata, che si era rivelata inutile. Il bambino era morto durante il tragitto.
Due fermi
Sulla vicenda la Procura di Velletri ha aperto subito un’indagine, che ha portato a due fermi per la morte del neonato nigeriano: si tratta di due donne, della stessa nazionalità del bimbo, per le quali il pm di Velletri ha formulato i reati di omicidio preterintenzionale aggravato ed esercizio abusivo di professione. Le due si trovano attualmente recluse nel carcere di Rebibbia in attesa della convalida del fermo. Si trova in stato di libertà la madre del piccolo, indagata per concorso in omicidio preterintenzionale. L’ultima parola sulle cause della morte del bimbo, che aveva solo 20 giorni, la darà solo l’esito dell’esame autoptico, ma dalle indagini emergono «gravi elementi indiziari» sul fatto che la madre del neonato avesse usufruito dei «servizi» delle due donne.
I militari dell’arma hanno sequestrato i cellulari delle tre donne e 4.200 euro in contanti trovati nell’abitazione della nigeriana che avrebbe eseguito materialmente la circoncisione, probabilmente i proventi delle procedure eseguite su altri bimbi. Sempre in casa della donna i carabinieri avrebbero rinvenuto siringhe, farmaci e svariati presidi medici.