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A scuola non si può dire “orso ammazzato”: la solita demenza politically correct

by Cristina Gauri
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orso ammazzato

Roma, 25 mar – Franco Nembrini è uno stimato pedagogista, scrittore e saggista che ha letteralmente consacrato la propria vita all’insegnamento e allo studio dei maggiori letterati, tra cui Dante.

Fondatore di centri scolastici, su sollecitazione delle famiglie, è autore di moltissimi saggi che hanno abbracciato la divulgazione, la pedagogia e la famiglia. Inevitabile che anche lui rimanesse colpito dalla involuzione culturale segnata dal politicamente corretto. “Tutto oggi è diventato politicamente scorretto” dichiara al Quotidiano Nazionale. “finirà che non riusciremo più neppure a parlare senza chiedere scusa a qualcuno. Il mio racconto dell’orso ammazzato è di sette anni fa, ma è stato premonitore”.

L’orso ammazzato

Il racconto sull’orso in effetti oltre che premonitore ha avuto una vasta eco: si possono ancora vedere su YouTube i video dell’educatore mentre spiega la storia in questione. “Avevo gemellato la mia scuola con un liceo russo” spiega. “Ci hanno regalato un orso siberiano imbalsamato, alto quasi tre metri, e volevo mostrarlo ai bambini delle elementari. Dieci classi in totale, erano eccitatissimi. Un attimo prima una prof mi ha avvertito: se dici che l’orso è stato ammazzato, un gruppo di mamme ti denuncia a Wwf e ambientalisti. Non vogliono che i figli patiscano uno choc”.

I bambini sono più furbi delle insegnenti

Questo primo contatto con il dogma del politicamente corretto e con l’iper-sensibilità che sembra voler condannare le nuove generazioni a vivere sotto una campana di vetro si è tradotta in uno choc per il pedagogista. “Ho pensato: sono matte? Comunque ho spiegato alla scolaresca che in Siberia fa tanto freddo e l’orso era morto di polmonite“. Una pietosa bugia per non turbare le madri dei bambini, più che i bambini, i quali si sono dimostrati molto più scaltri e furbi. “Il giorno dopo abbiamo chiesto la loro impressione. Risposta in coro: l’ha ammazzato un cacciatore, altro che polmonite. Il cervello dei bambini funziona”.

La cultura rinnega sé stessa

Ed in effetti, mentre i bambini sembrano assai più smaliziati e senza filtri, gli adulti paiono vivere sotto una coltre patinata che rimuove qualunque complessità, qualunque violenza dal mondo. Con il poco piacevole risultato di edulcorare le difficoltà che si possono palesare sulla strada e sulla formazione di un bambino. In questo senso, come rileva Nembrini, si perde il senso stesso della cultura. “Se la cultura rinnega se stessa, le radici, le tradizioni, allora non è più cultura. Tutto e il contrario di tutto diventa sciaguratamente possibile” spiega l’educatore.

Nembrini poi prosegue sottolineando da cosa origina questo peccato. “L’ideologia. Il principio di realtà è sotto assedio, perfino le cose più evidenti come un orso ammazzato vengono messe in discussione. Chesterton aveva denunciato la grande marcia della distruzione intellettuale che tutto nega. Lobby grandi o piccole, spesso danarose, impongono un’idea strumentale nel nome di una presunta minoranza”.

Contro il furore iconoclasta

E Nembrini, proprio sulla edulcorazione della realtà, chiama in causa la saggezza della letteratura russa. “La realtà fa una brutta fine se non ha più la precedenza sul pensiero. A prevalere è il caos assoluto. Dostroevskij scrive ne I fratelli Karamazov: se Dio non esiste ogni cosa è permessa. La fede è una scelta individuale, ma c’è una realtà oggettiva che non va tradita. Cito ancora Chesterton: dovremo difendere con le spade il fatto che le foglie sono verdi d’estate”. E ne ha anche per il furore iconoclasta che sembra pervadere la società contemporanea, in cui abbattere la statua di un personaggio politico e storico diviene un atto quasi scontato, “quando il nuovo passa per la distruzione del vecchio, senza contestualizzarlo, si fa poca strada. Del resto abbiamo espulso il latino dalla scuola”.

Cristina Gauri

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3 comments

Sergio Pacillo 25 Marzo 2021 - 5:58

Ma possiamo dire che l’orso muore ?
No .
Perché
Perché ai bimbi non si deve parlare della morte.
Ed i bimbi che muoiono di fame.
I bimbi, i nostri bimbi, non lo sanno.
Ma ogni giorno muoiono quindicimila bambini di fame nel mondo.
Bufale-
Ma come ? Lo ha scritto Repubblica.
Le solite mistificazioni.

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Marc 25 Marzo 2021 - 9:01

la cretineria non ha bandiere.

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Evar 26 Marzo 2021 - 5:21

Il nostro futuro è “Demolition Man” e chi l’ha visto sa benissimo ciò che gli aspetta. Buona vita.

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