Roma, 13 giu — Pomeriggio di autentico terrore quello registrato nel pomeriggio di ieri, in una spiaggia libera di Ostia Lido, dove verso le ore 16 un ragazzino di quindici anni è stato ferito al braccio con una bottiglia rotta, durante una lite con un marocchino. Lo riporta il sito Canale 10.

Il marocchino gli squarcia il braccio con un coccio di bottiglia

Secondo alcuni testimoni e secondo la prima ricostruzione delle forze dell’ordine intervenute sul posto, il ragazzo sarebbe intervenuto per difendere alcune ragazze importunate da un marocchino di venticinque anni, anche lui presente sul tratto di spiaggia. L’immigrato non avrebbe quindi gradito l’intervento del ragazzo e per tutta risposta lo avrebbe affrontato con un coccio di bottiglia, infliggendogli una ferita di circa venti centimetri che ha reso necessario l’intervento dei sanitari. Il ragazzo è stato quindi soccorso, medicato in ospedale e per lui c’è una prognosi di ben quindici giorni. Per il marocchino invece una denuncia per lesioni personali e minacce.

Il 15enne stava difendendo alcune ragazze

L’intervento dei Carabinieri è stato tempestivo. Una volta giunti sul posto i militari hanno trovato il ragazzo vittima del colpo inferto dal marocchino, con il braccio insanguinato. Intervenuta anche una autoambulanza Ares 118 che, dopo aver prestato i primi soccorsi, ha poi trasportato la vittima all’ospedale Grassi, per cure più approfondite e per suturare lo squarcio.

Secondo quanto riportato dalla emittente televisiva lidense Canale 10, il litigio avrebbe avuto inizio verso le ore 16, quando il marocchino — uno dei tanti stranieri che spesso bivaccano e occupano le spiagge del litorale — in preda ai fumi dell’alcool e probabilmente disturbato dalla presenza dei bagnanti ha iniziato a importunare la comitiva di giovanissimi, prendendo di mira all’inizio soprattutto le ragazze. A questo punto, il ragazzo di quindici anni ha chiesto allo straniero di smetterla ma per tutta risposta è stato aggredito e seriamente ferito con la bottiglia rotta.

Un’area problematica, un’amministrazione assente

Non si tratta del primo episodio legato al degrado in cui versano molte spiagge libere di Ostia, e tra queste proprio quella adiacente l’ex Ufficio Tecnico di Ostia, davanti la Colonia Vittorio Emanuele III. Da tempo quell’area è oggetto di una costante e continua presenza di sbandati, gente poco raccomandabile e stranieri irregolari sul territorio: è noto come una intera ala della Colonia sia occupata proprio da circa 300 stranieri e che in quella parte dell’edificio avvengano traffici di ogni genere, come testimoniato dai molti casi di cronaca nera verificatisi.  Nonostante questo la maggioranza che amministra Ostia non ha posto in essere interventi di alcun genere e l’amministrazione capitolina continua a pagare le utenze agli occupanti dello stabile.

Paradosso tra i paradossi, proprio ieri molti degli esponenti della giunta grillina che governa Ostia erano impegnati in un banchetto nella centralissima Piazza Anco Marzio, non lontano da dove è avvenuto il fatto, per magnificare gli interventi di governo sul territorio lidense. Peccato per loro che la realtà sia assai spesso dissonante rispetto alle ricostruzioni idealizzate e di propaganda politica, e nel caso di specie la irrisolta questione di degrado, disagio e immigrazione irregolare abbia presentato a un incolpevole ragazzo un conto assai salato.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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