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Pappalardo non è più generale: il leader dei gilet arancioni degradato per motivi disciplinari

by Adolfo Spezzaferro
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pappalardo degradato

Roma, 27 set – Il generale Antonio Pappalardo è stato degradato per motivi disciplinari: a darne l’annuncio è lo stesso leader dei gilet arancioni. In un video sulla sua pagina Facebook, Pappalardo spiega che i carabinieri gli hanno comunicato la rimozione del suo grado di generale dei carabinieri, per l’appunto. Le sue condotte sono state ritenute “lesive del prestigio delle Forze armate” e incompatibili con gli obblighi e il giuramento prestato.

Leader dei gilet arancioni Antonio Pappalardo degradato: non è più generale

Il ministero della Difesa ha notificato la “perdita del grado per rimozione”. “Mi hanno detto che non devo farmi chiamare generale“, spiega Pappalardo nel video in cui denuncia il clima di terrore per chi come lui e chi lo segue protesta contro il green pass. Dal canto suo, l’ormai ex generale potrà fare ricorso contro il provvedimento. Intanto però Pappalardo annuncia che il 20 ottobre sarà in piazza a Roma, “e nessuno ci potrà fermare”, dice ai suoi. In merito alla manifestazione contro il green pass, il leader dei gilet arancioni parla di “estorsione aggravata” da parte dei governanti, “usurpatori di potere politico”. Il riferimento è a chi si è dovuto vaccinare per non perdere il lavoro.

Il leader dei gilet arancioni annuncia manifestazione contro il green pass il 20 ottobre a Roma

“Sono andato, insieme a una delegazione dei gilet arancioni, al comando provinciale dei carabinieri di Milano dove abbiamo denunciato Sergio Mattarella e Mario Draghi per usurpazione di potere politico ed estorsione aggravata, per un totale di 36 anni di carcere”. Pappalardo spiega: “Ho detto al commissario ‘le consegno questo verbale di arresto’. Lui può convalidarlo oppure no. Ma se non lo fa ha l’obbligo di motivare la scelta, con un’ordinanza che escluda l’arresto”. “Altrimenti se non dirà nulla – prosegue il leader dei gilet arancioni – ci sentiremo autorizzati, il 20 ottobre, ad andare tutti quanti a Roma”, conclude l’ex generale. Obiettivo? L’altisonante operazione “Tuono”, ossia la protesta contro il green pass.

L’ex leader dei forconi è stato pure sottosegretario (nel governo Ciampi)

Pappalardo, già leader dei forconi, da anni cerca di cavalcare l’onda del malcontento e dell’antipolitica. A dire il vero è stato anche in politica. Nel 1992 infatti è stato eletto deputato nelle liste del Psdi, il Partito socialdemocratico, nel collegio di Roma. Inoltre è stato sottosegretario alle Finanze nel governo Ciampi, nel maggio 1993. La sua carriera di governante si interrompe bruscamente: è costretto a dimettersi dopo una condanna per diffamazione ai danni del comandante generale dei carabinieri Antonio Viesti. Dopo di che con nonchalance l’ex generale passa dal Psdi al Patto di Mariotto Segni, poi da Alleanza nazionale al Movimento per le Autonomie dell’allora governatore della Sicilia Raffaele Lombardo. Per poi tornare al Psdi, ma senza più essere eletto.

Dai gilet arancioni a posizioni anti green pass

Dal 2016 Pappalardo si mette alla testa del cosiddetto “Movimento dei forconi”. Tra le varie sue uscite provocatorie, voler notificare a Mattarella un ordine di arresto “in nome del popolo italiano”. Secondo Pappalardo infatti l’azione di presidente della Repubblica sarebbe abusiva. Mossa che gli fa rimediare un rinvio a giudizio per vilipendio al capo dello Stato. Fonda poi i gilet arancioni, imitando quelli gialli francesi. Più recentemente si è spostato su posizioni anti green pass.

Adolfo Spezzaferro

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