Oscar Farinetti. Per promuovere l’integrazione e l’ibridazione delle culture – che sarebbe fonte di vita e ricchezza – il patron di Eataly e i suoi abili comunicatori hanno fatto uscire ieri una pagina pubblicitaria sul Corriere della Sera, dedicata ad alcuni prodotti molto utilizzati nella nostra cucina ma provenienti da altri continenti. La pubblicità celebrava «gli “immigrati” che hanno sconvolto la cucina italiana e quanti altri “invadono” la nostra tavola. Li abbiamo accolti ed è nata una meraviglia». Il riferimento all’ondata migratoria (questa volta di esseri umani) attualmente in corso è abbastanza ovvio. Peccato che, nel corso della storia, le migrazioni siano state per lo più accompagnate da guerre e copiosi spargimenti di sangue. L’eccezione delle recenti ondate migratorie verso l’Europa è costituita proprio dal fatto che gli europei non solo non si oppongono, ma si fanno sommergere.
Un esempio? I simpaticoni di Eataly citano fra i prodotti «stranieri» il cacao, che «arriva dall’America Latina grazie a Cortez» e il pomodoro, che giunse grazie a Colombo. Peccato che, nel caso dell’America, i «migranti» fossero gli europei. E infatti le popolazioni locali – già in declino per i fatti loro – furono quasi sterminate dai colonizzatori, e ancora oggi i superstiti ne pagano le conseguenze. Inoltre, il confronto fruttuoso fra culture ci può essere anche senza migrazioni di massa. Difendere una frontiera non significa non confrontarsi con gli altri, non scambiare idee e conoscenze. Significa invece tutelare il proprio patrimonio culturale e umano. Chiedete agli Incas quanto fu piacevole, per loro, incontrare i migranti europei… Avessero saputo come andava a finire, ci avrebbero fornito patate gratis a vita pur di tenerci lontani.
Alba Parietti. Intervenendo alla Zanzara, la milf più amata dalla sinistra ha sputato veleno sull’Italia, come molti usano fare. «Vorrei trasferirmi in Spagna definitivamente perché l’Italia non è un posto civile», ha detto. «A Ibiza, dove vivo, i rom vivono in sintonia con la popolazione. Non vengono chiamati zingari ma gitani». Soprassediamo sul fatto che le parole «zingaro» e «gitano» siano sinonimi (basta documentarsi sulle etimologie).
Citiamo piuttosto un altro profondo pensiero pariettiano: «Il pil italiano sopravvive grazie agli extracomunitari». Facciamo notare che i clandestini attualmente in arrivo, essendo irregolari, non contribuiscano manco per un’unghia di punto al Pil. Bene che vada, se ne stanno in qualche centro assistito a spese degli italiani. Male che vada, se ne vanno in giro a delinquere o ad arricchire gente come Salvatore Buzzi. La Parietti ha aggiunto: «In Italia stiamo diventando di nuovo fascisti, bisogna rendersene conto. Da qui ai lager ci manca poco». Alba, vivendo a Ibiza, conosce bene la Spagna vera e profonda. Tanto da ignorare, per dire, che furono gli spagnoli a sparare agli immigrati in arrivo a Ceuta e Melilla. In ogni caso, è la democraticissima Europa che ci chiede di creare centri di raccolta per gli stranieri, onde distinguere regolari e non. Solo i profughi, dice l’Ue, vanno accolti. Peccato che la Spagna, quando si è parlato di distribuirli per quote in tutti i Paesi, si sia subito detta contraria.
Gianni Morandi. Il cantante, tempo fa su Facebook, ha ripetuto il luogo comune forse più diffuso. Ha paragonato chi oggi parte dalle coste nordafricane agli italiani «partiti dalla loro Patria verso l’America, la Germania, l’Australia, il Canada… con la speranza di trovare lavoro, un futuro migliore per i propri figli, visto che nel loro Paese non riuscivano ad ottenerlo».
Tanto per cominciare, gli italiani oggi sarebbero considerati «migranti economici», dunque non otterrebbero lo status di profughi. Le migrazioni degli italiani, inoltre, erano regolate anche a livello diplomatico, e chi partiva sapeva che sarebbe stato rimandato indietro se non avesse rispettato gli standard richiesti. Di certo gli italiani non erano accolti in massa, di sicuro gli Stati Uniti non li mantenevano in alberghi o scuole dismesse, e le regole sulla permanenza erano piuttosto severe. Se le applicassimo oggi, senz’altro qualcuno ci accuserebbe di essere «fascisti». Per esempio la Parietti, sempre che gli spagnoli, alla vista dei suoi canotti, non l’abbiano già affondata.
Francesco Borgonovo
(articolo uscito su Libero del 19 giugno 2015)
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hahhaahah…ma lo sa la Parietti che i gitani di Ibiza si spartiscono quasi tutte le attività illecite dell’isola,vacci ad Ibiza vecchia posto molto pittoresco dovevo vivono i gitani e provate a fare i brillantoni o i turisti da strapazzo e penso che vi intossicate la vacanza.