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Dal prefetto di ferro a “Fufù” Bonafede: se il coronavirus diventa alleato della mafia

by La Redazione
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mafia bonafede

Roma, 16 mag – “Se la mafia fa paura lo Stato deve farne di più”: questa citazione è rimasta una delle più celebri e commemorative di Cesare Mori, l’uomo che fu incaricato dal Fascismo di combattere la mafia in Sicilia. Compito svolto con dedizione e fermezza tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Prefetto di ferro”.

Al di là delle idee ed opinioni politiche, è assodato che ogni esponente della malavita, ancor più se facente parte di associazioni di mafia, vada combattuto dallo Stato con ogni mezzo disponibile. Si è assistito, nei decenni scorsi, ad azioni criminali di stampo mafioso che hanno portato alla perdita di uomini delle istituzioni, come di semplici ed onesti cittadini, saturati e compressi dai ricatti economici e sociali di queste organizzazioni. Ciò avrebbe dovuto maggiormente favorire la presa di coscienza, da parte della politica, della pericolosità e serietà dell’argomento.

Le scarcerazioni di mafia

Abbiamo invece assistito, nelle scorse settimane, alla scarcerazione di centinaia di affiliati ed esponenti, anche di spicco, di diverse associazioni mafiose che erano stati arrestati per reati talmente gravi da valergli, in alcuni casi, la sorveglianza carceraria o addirittura il regime del 41 bis. La notizia del ritorno a casa, sia pure agli arresti domiciliari, ha sollevato critiche e discussioni, oltre a profonde indignazioni, anche internazionali, nei confronti dello Stato Italiano.

l ministro della giustizia Alfonso Bonafede, esponente del Movimento 5 Stelle, è stato travolto da clamore mediatico, tanto da dover imporre le dimissioni al capo del Dap, il magistrato Francesco Basentini. L’azione punitiva non è bastata a placare gli animi e l’indignazione, cosi il guardasigilli ha optato per la stesura di un provvedimento avente l’intento di far rivalutare le motivazioni su ogni detenuto ai magistrati. Azione, se non anticostituzionale, probabilmente inutile: la revoca di un provvedimento già attuato andrebbe a sollevare dubbi sull’indipendenza della magistratura, oltre che sulla serietà di chi decide di applicare determinate misure, siano esse anche discutibili.

Cittadini imprigionati, mafiosi a casa

Resta dunque, oltre alla perplessità, la profonda amarezza nel dover constatare che, in particolare in una situazione come quella dell’emergenza attuale, lo Stato applichi misure restrittive verso i cittadini, arrivando alla cessazione delle proprie libertà, controllandoli con droni e multandoli per una solitaria camminata in spiaggia, concedendo invece il ritorno a casa a criminali di mafia, che prima del proprio arresto si erano macchiati di gesti imperdonabili.

Tuttavia siamo ancor più convinti che la lotta alla mafia debba essere condotta senza timori e mediazioni, da parte di chi esercita le funzioni politiche in materia. Adoperando, magari, proprio fermezza e volontà che, ancora oggi, rendono Cesare Mori esempio e fonte di nostalgia per tanti cittadini onesti, con senso dello Stato.

Tommaso De Filippo

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Cesare 17 Maggio 2020 - 4:20

estratto da ; imolaoggi.it
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“….Con la scusa del coronavirus…. hanno attuato un colpo di stato bianco e instaurato una DITTATURA con la complicità della minoranza.

Le pseduo opposizioni, invece di reagire, di protestare e fare tutto ciò che è nelle loro possibilità, come ad esempio abbandonare le Commissioni (molte presiedute da loro), mollare la cosiddetta Cabina di Regia, dove dispensano consigli, fanno proposte e presentano Emendamenti senza ottenere nulla, sono rimaste ugualmente attaccate alle Poltrone che garantiscono loro soldi, privilegi e visibilità. Invece di abbandonare Commissioni e Cabina di Regia, ma anche il Parlamento, per costrigere l’inquilino del Colle, nolente o volente, a indire elezioni, sono rimaste pressoché inerti.

In tal modo,…non solo hanno solo continuato a ‘legittimare’ un governo abusivo, ma hanno consentito ai traditori al soldo di poteri esterni di violare, calpestare e rottamare la Costituzione, di privare i Cittadini dei Diritti costituzionalmente garantiti, nonché di commettere crimini disumani contro persone inermi….

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Anton 17 Maggio 2020 - 6:34

Non ho, certo, elementi per sostenere il fatto di una ipotetica trattativa Stato-mafia; diciamo che, per come ho capito io questa vicenda, si possa tranquillamente parlare di ingenuità da parte del ministro Bonafede. La legge, infatti, consente di scarcerare e sottoporre al regime di arresti domiciliari, anche i criminali sottoposti a 41bis ma solo in caso di comprovata necessità determinata da COVID-19.

I magistrati (probabilmente quelli appartenenti ad una ben nota parte ideologizzata) invece, ne hanno scarcerati circa trecento (o forse più) per le più diverse motivazioni di precaria salute. Vista la cosiddetta “mala parata” e le polemiche, il ministro ha cercato di tamponare con l’idea della riconsiderazione dei provvedimenti ma è stato immediatamente rimproverato dagli stessi magistrati che, ovviamente, hanno rivendicato la loro autonomia decisionale spalleggiati, inoltre, dal quotidiano iper-garantista “Il Riformista”.
Insomma: il solito pasticcio.

E tra non molto arriverà anche la legge contro l’omotransfobìa. Diventerà impossibile – per chiunque – criticare l’omosessualità in qualsiasi modo.

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rino 18 Maggio 2020 - 1:29

C’è chi dietro queste scarcerazioni ipotizza delle imminenti azioni volte a destabilizzare l’unità della nazione a vantaggio di potenze straniere.
http://federicodezzani.altervista.org/coronavirus-fronte-italiano-e-fronte-cinese/

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Anton 18 Maggio 2020 - 9:48

Nel blog del dottore Dezzani, in effetti, si accenna al sospetto di una nuova trattativa Stato-mafia a seguito delle recenti rivolte carcerarie (con l’aggravante di – ricordiamolo – omicidi, morti per overdose di farmaci ed evasioni) che, almeno ufficialmente, vennero innescate dal divieto ai colloqui privati (cosiddetti “visivi”) tra i detenuti e i loro familiari; però, elementi concreti per poter sostenere una simile accusa – a parte le gravissime dichiarazioni del “pentito” Gaspare Mutolo e la polemica tra il magistrato Di Matteo (contro il quale la mafia progettò un attentato dinamitardo nel 2014) e lo stesso ministro Bonafede, non ve ne sono… ma potrebbe anche essere, non sarebbe certo una novità, purtroppo.

A mio avviso, non esiste una vera e propria unità nazionale da destabilizzare. L’Italia è già invasa, occupata, frammentata e disunita da tutti i punti di vista oltre che, in parte, destabilizzata. Sono, però, d’accordo sul fatto che esista un concreto tentativo di abbassare tutti i parametri a livello planetario, approfittando dell’emergenza COVID-19.

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