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Prete accoltellato a Como, il tunisino era stato espulso e veniva sfamato dal don

by Cristina Gauri
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Como, 15 set – Aggredito alle spalle e massacrato a coltellate – quella fatale al collo – da uno dei suoi stessi «protetti», che sfamava e assisteva. E’ morto così Don Roberto Malgesini, il sacerdote 51enne residente nella parrocchia di San Rocco, a Como, ucciso da un immigrato senzatetto tunisino di 53 anni con piccoli precedenti penali, «problemi psichici e dei provvedimenti di espulsione non eseguiti fin dal 2015», come fanno sapere dalla Caritas locale. Non avrebbe dovuto essere nemmeno in Italia, quindi: l’ultimo provvedimento di espulsione pendente sull’assassino di don Roberto è datato 8 aprile, ed è stato «sospeso» a causa dell’emergenza coronavirus. Il 53enne è arrivato in Italia nel 1993 e si è sposato tre anni dopo con un’italiana. Stamattina alle 8 si è presentato in caserma per costituirsi. La questura, che ha interrogato lo straniero, non ha però confermato i problemi psichici dichiarati dalla Caritas: «Non risulta né dalla documentazione medica che lo riguarda né dalle verifiche coi servizi sociali».

Nato a Morbegno, provincia di Sondrio, Malgesini era noto in città per il suo impegno a favore degli emarginati, soprattutto immigrati, tra cui il suo assassino, che stando a quanto emerge dalle prime ricostruzioni dormiva nei posti letto messi a disposizione dei senzatetto dalla parrocchia e conosceva bene il don, con il quale – pare – fosse in buoni rapporti. Stando a quanto riferito dalla forze dell’ordine, il sacerdote si trovava nel cortile della canonica di San Rocco, poco prima di iniziare il quotidiano giro di distribuzione delle prime colazioni ai senzatetto della zona. Con tutta probabilità lì avrebbe trovato l’aggressore ad aspettarlo. Resta ancora un mistero capire cosa sia successo tra i due, perché non vi sarebbero testimoni dell’omicidio.

I «suoi» ultimi, gli emarginati erano la sua vita: l’anno scorso Malgesini aveva sfidato deliberatamente l’ordinanza del sindaco che aveva vietato la distribuzione di cibo ai senzatetto. In quell’occasione aveva continuato a sfamare stranieri e clochard e la polizia locale gli aveva inflitto una multa, poi archiviata. Oggi è morto proprio per mano di chi aveva aiutato, senza chiedere nulla in cambio.

Cristina Gauri

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4 comments

Laziale 15 Settembre 2020 - 6:35

Un altro accoglione in meno. Spero che il prossimo sia quel fottuto biancalani

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Fiorenza d. 16 Settembre 2020 - 11:01

Oramai siamo alla confusione totale!! alba parietti in rai che parla dello stupro delle ragazze non ricordo dove, comunque ma come fa una che per anni ha dato l’immagine della zoccola parietti 200 fidanzati film indecenti schifosi sporchi ma non ti vergogni a parlare di violenza sulle donne? hai mandato un messaggio che la donna e’ zoccola e poi ti meravigli che stuprano le donne? ma andate a fare in culo!

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ll 16 Settembre 2020 - 11:03

Come quando un animalista muore in incidente con un cinghiale. lo hai voluto e attaccati a sto cazzo.

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Le agghiaccianti parole dell’assassino tunisino di don Malgesini: “È morto come un cane, era giusto così” – compravenditacittadina 16 Settembre 2020 - 6:51

[…] di espulsione non eseguiti fin dal 2015”, ha specificato la Caritas di Como. L’ultimo di questi provvedimenti è datato 8 aprile, ma era stato “sospeso” per il blocco dei voli dovuto all’emergenza […]

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