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Prof sospeso per insulti a Giorgia Meloni. Ora la destra molli i sensi di colpa

by Lorenzo Zuppini
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Meloni, gozzini

Roma, 23 feb – L’aspetto più grottesco della vicenda riguarda le scuse di Giovanni Gozzini per le sue esternazioni ingiuriose contro Giorgia Meloni. Il decadimento attuale è tale che tale personaggio non abbia il coraggio delle proprie idee, perché di ciò si tratta: idee espresse malamente. Non importa difatti scomodare questi professorini universitari per sentir opinioni simili sulle persone di destra: basta entrare in uno dei tanti centri sociali che affollano le nostre città e scopriremo che un gran numero di intellettuali progettano “dieci, cento, mille Piazzale Loreto”. Ma si va oltre, poiché Giovanni Gozzini è stato sospeso in via cautelativa dal rettore dell’Università di Siena Luigi Frati, in attesa che il Collegio di disciplina si esprima sulla proposta di sospendere il professore per tre mesi negandogli lo stipendio.

Il prof ha insultato Giorgia Meloni? Valutino gli studenti

Detta decisione e detta proposta sembrano alquanto insensate, poiché gli unici che dovrebbero avere il diritto di proporre la rimozione di Giovanni Gozzini dalla sua cattedra sono i suoi studenti ossia i “consumatori” del servizio che egli offre e che gli viene pagato dall’intera comunità. Laddove le autorità universitarie rinvenissero dei comportamenti contrari ai codici disciplinari dell’università certamente potrebbero intervenire, ma non risulta sia questo il caso dato che l’esimio professore si è sbracato durante una trasmissione radio che niente ha a che fare col suo mestiere. Insomma, è certo che Gozzini sia un insopportabile arrogante pieno di sé, ma non è altrettanto certo che sia un pessimo professore che merita di perdere il proprio ruolo.

Nel tentativo, da parte dell’Università, di ripristinare l’ordine è stato perso il buon senso, difatti il rettore è intervenuto e sta intervenendo su una questione riguardante un professore ma avvenuta al di fuori di qualsiasi contesto universitario. Una volta stabilito il principio per cui il rettore e i suoi colleghi possono giudicare i comportamenti che i professori tengono al di fuori dell’orario di lavoro, chi stabilisce il limite di questo potere inquisitorio? Un vaffanculo urlato allo stadio o nel mezzo al traffico potrebbe far alzare le antenne a questo collegio di moralisti? E il tradimento della propria moglie? E le categorie di porno che uno sceglie di visionare? Se un sessantenne professore si gustasse i video di giovani ragazze potrebbe destare scandalo nella parte femminile dei propri studenti. E di questo passo non finiremmo più.

Tutti solidali, tranne le femministe isteriche

Eppoi che palle, nessuno viene rimosso da niente quando le offese colpiscono Salvini o Berlusconi o qualsiasi altro uomo, mentre adesso invece si è addirittura mosso Sergio Mattarella. Giorgia Meloni ha difatti dichiarato che non si aspettava la sua chiamata, e possiamo azzardare che proprio lei, oltre al naturale fastidio per le offese ricevute, se ne sarebbe volentieri sbattuta di quei tre lettori di libri al contrario. Anche perché le è pervenuta la solidarietà di tutti tranne che delle femministe isteriche che fanno i video su quanto sia sessista dire “stai zitta” ad una donna.

Vero Michela Murgia? Sembra che ci sia stata la corsa alla solidarietà, quando invece tutti, e la Meloni lo ha già fatto, dovremmo dichiararci di un altro pianeta rispetto a questa melassa di improponibili e autocertificati intellettuali che ci spiegano addirittura cosa sia la democrazia. Perché la soluzione è precisamente questa e consiste all’incirca nel ripagarli con la stessa moneta: noi siamo noi e voi non siete un cazzo. La non-sinistra deve, oggi o mai più, scrollarsi di dosso questa polvere di pesante subalternità rispetto alla cultura dominante e violenta che imperversa in Italia.

Giorgia Meloni sa difendersi da sola

I sondaggi danno per largamente maggioritari i partiti che non si riconoscono nella narrazione liberal, e a queste percentuali di gradimento dovremmo associare una riscossa personale rispetto al clima intollerante gramsciano che si è stratificato decennio dopo decennio. Giorgia Meloni non deve parlare dei libri che ha o non ha letto: cazzi suoi. Nessun rettore deve soccorrerla sospendendo il patetico professorino: lei ha già gli strumenti necessari per difendersi da sola, difatti dovrebbe sporgere querela poiché si è verificata una conclamata diffamazione.

E nessuno deve dar conto a questo substrato culturalmente marcio, sebbene egemone, che vorrebbe perquisire le menti e le coscienze di tutti noi per poterci far accedere al mondo dei giusti e degli acculturati. La sinistra, anche quella del 1921, ha sempre considerato il popolino un mero mezzo, la carne da macello per giungere ai propri risultati. Elemosinare l’accesso ai loro festival e alle loro kermesse significa non averne di migliori, mentre sarebbe utile organizzare (come già fa Giorgia Meloni) eventi paralleli e altamente contrastanti. Lasciamo la sinistra al suo livello.

Lorenzo Zuppini

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3 comments

Federico 23 Febbraio 2021 - 3:23

Il consiglio di disciplina valuta il DANNO DI IMMAGINE arrecato all’Università. La morale del professore non c’entra e gli studenti c’entrano meno ancora.

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Lappola 23 Febbraio 2021 - 4:37

Allora, il 17,5% degli elettori corrisponde a 3.500.000 che possono dichiararsi offesi. Anche un risarcimento puramente rappresentativo di 10 euro a testa corrisponde a 35 milioni di euro che io gli farei sputare con le buone o con le cattive maniere. Poi ci sono i danni morali di Giorgia; decida il giudice.
Ci vogliono altri tre o quattro imbecilli e poi andiamo a leggere i sondaggi.

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Gabriele 23 Febbraio 2021 - 5:30

Perfettamente d’accordo. Ma al posto della querela ci vorrebbero i calci nel culo.

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