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Le sorelline morte per faida tra rom: e i giornalisti antirazzisti ora che dicono?

by Giorgio Nigra
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Roma, 11 mag – Le tre sorelle di etnia rom di 4, 8 e 20 anni morte nel rogo di Centocelle sono state uccise tre volte. La prima, ovviamente, dalla persona che ha appiccato l’incendio al camper in cui vivevano. La seconda da chi, per collusione, corruzione, idiozia o ideologia si rifiuta da anni di trovare una soluzione alla questione rom, facendo sì che bambini vivano in simili situazioni di degrado e ritenendo che, se qualcuno ha qualcosa da obiettare, è perché non comprende l’arricchimento apportato da questa cultura. La terza da chi, sulla pelle delle due bambine e della ragazza morte in modo tanto orribile, ha voluto fare sciacallaggio politico e approfittarne per lanciare un nuovo allarme razzismo.

Proprio nelle stesse ore, gli inquirenti escludevano la pista xenofoba. La direzione in cui si sta indagando è quella di una vendetta tra clan nomadi. Le forze di polizia stanno esaminando un video in cui si vede una persona che lancia una bottiglia incendiaria verso la parte anteriore del camper e scappa via. Secondo alcune indiscrezioni, la cosa potrebbe avere a che fare con la morte di Zhang Yao, la ragazza cinese travolta da un treno a dicembre, presso la stazione di Tor Sapienza, e che pare stesse sfuggendo a un’aggressione da parte di alcuni malviventi rom. Giustizia fai da te nella comunità rom? Eliminazione di testimoni scomodi? Non lo sappiamo, resta solo l’impressione di un mondo a parte, una comunità che non conosce leggi e regole.

Anche se riconoscere questo dato è più scomodo di agitare lo spettro del razzismo. Con buona pace dei giornalisti che già giravano per il quartiere chiedendo informazioni sui recenti banchetti di forze sovraniste nel quartiere. L’allarme sulla “intolleranza” nel quartiere era subito scattata. Un’ondata di furti aveva causato rabbia negli abitanti, cosa ritenuta da certa stampa quasi una pistola fumante. “A Roma, come in tante altre parti d’Italia, si continua a morire di esclusione sociale e di stigma”, ha detto il presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. Oggi sappiamo che tutto questo non c’entra nulla. Ma che importa? Da domani si potrà rilanciare l’ennesimo, milionario piano nomadi, concordato con le ong che ci prendono la “stecca”, al pari dei boss zingari, primi carnefici della propria stessa gente.

Giorgio Nigra

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