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Razzo cinese in caduta sulla Terra. Tutti i possibili rischi per l’Italia

by Alessandro Della Guglia
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Roma, 7 mag – Si chiama “Lunga Marcia 5B” e mai nome fu meno azzeccato. Perché la marcia del razzo cinese, così ribattezzato evocando la gigantesca ritirata dell’Armata Rossa, è durata poco. Un flop che potrebbe generare seri danni, secondo alcuni esperti anche all’Italia, perché il razzo è in caduta incontrollata sulla Terra.

Razzo cinese, rischi “estremamente bassi”

Per comprendere bene cosa potrebbe davvero accadere partiamo dalle prime, allarmanti, segnalazioni dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Crn di Pisa. Gli scienziati italiani fecero notare alcuni giorni fa che il razzo cinese sarebbe potuto cadere nella fascia compresa fra 41,5 gradi a Nord e 41,5 gradi a Sud. Una fascia che comprende pure l’Italia centrale e meridionale, per quanto l’orbita avrebbe potuto subire variazioni.  “E’ la seconda volta che accade con questa versione del razzo – spiegava Luciano Anselmo, dell’Isti-Cnr – La prima nel 2020, quando i frammenti erano caduti su alcuni villaggi in Africa”.

Ieri in Italia si è tenuto il primo tavolo tecnico al Dipartimento della Protezione Civile. Hanno partecipato oltre all’Agenzia spaziale italiana, un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio e rappresentanti di Vigili del fuoco, Coi, Ministero degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni. Previsioni sul “rientro incontrollato” del razzo cinese? C’è una data possibile: il 9 maggio, tra due giorni quindi. Permane però un’ampia finestra di incertezza. Oggi gli esperti fanno presente che “non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti possano cadere sull’Italia”. Remota possibilità, dunque sulla carta rischio estremamente basso ma reale.

Le rassicurazioni della Cina

E la Cina cosa dice al riguardo? Prova a rassicurare, sottolineando appunto il rischio “estremamente basso” di danni sulla Terra. “La gran parte dei componenti saranno distrutti dall’ablazione durante il rientro nell’atmosfera e la probabilità di causare danni alle attività o alle persone a terra è estremamente bassa”, fa sapere il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin. Viceversa gli Stati Uniti appaiono più preoccupati. “Tutti i detriti possono essere potenziali minacce alla sicurezza dei voli spaziali e al dominio spaziale”, dice il Pentagono.

Quando e dove potrebbero cadere frammenti in Italia

Ora, al netto del rischio basso, in Italia quando e dove potrebbero cadere i frammenti del razzo? Per quanto riguarda il giorno, come detto, si parla di domenica 9 marzo “ma la finestra temporale è piuttosto variabile e copre attualmente l’intervallo fra le 15:00 dell’8 maggio e le 16:00 (ora italiana) del 9 maggio“. Gli esperti dell’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica), precisano poi che le “date le caratteristiche dell’orbita, per quanto riguarda l’Italia solo il territorio nazionale a sud di Roma potrà essere eventualmente coinvolto dal rientro. Le stime delle orbite finali diventeranno comunque sempre più precise nei prossimi giorni, via via che arriveranno nuovi dati, e sarà possibile restringere la finestra temporale del rientro”.

Alessandro Della Guglia

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