Roma, 18 feb – La Capitale sempre più fuori controllo, gli albergatori della zona di Roma Termini lanciano l’allarme sulle mancate condizioni di sicurezza della città: “Se continua così, rischiamo di chiudere tutti“. Rapine, aggressioni e accoltellamenti sono all’ordine del giorno, tutte queste violenze risentono anche sugli affari degli alberghi e delle attività commerciali della stazione Termini. La massiccia presenza di immigrati è sicuramente uno dei fattori che più influiscono sulla condizione in cui si trova la zona, i casi di cronaca si susseguono a cadenza più che regolare, trasformando il territorio intorno alla stazione in un girone infernale dantesco.

Roma Termini nel caos assoluto

Il Comitato degli albergatori romani, tramite il portavoce Roberto Di Rienzo, ha denunciato più e più volte la condizione di degrado: “La situazione è fuori controllo e ci sentiamo abbandonati”“Lo Stato ci aiuti o chiudiamo”. Gli operatori sottolineano come “la situazione nella zona della stazione Termini è stata sottovalutata dalle autorità preposte” pur dopo numerosi esposti e denunce da parte delle associazioni di quartiere, sono stati avviati i cosiddetti controlli ad alto impatto che all’inizio sembravano efficaci ma, sul lungo termine, si sono rivelati il contrario perché hanno efficacia solo durante lo svolgimento ma, non appena terminano, la situazione torna quella di prima oppure addirittura peggio. La zona sconta quindi un effetto boomerang.

Le colpe dell’amministrazione

Il comitato, di fronte a questa disastrosa situazione, è arrivato al punto di richiedere di essere riconosciuti come Zes, zona economicamente svantaggiata alla quale per legge si concedono delle agevolazioni fiscali, condizione che spetta soltanto ad aree che scontano gravi problemi di criminalità. Ormai Termini si è trasformata in una “no-gone zone” dove si può essere accoltellati per pochi spiccioli o rischiare uno stupro, e tutto questo è sottovalutato ignobilmente dall’amministrazione capitolina.

Andrea Grieco

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