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Sanzioni Ue sul petrolio: l’Ungheria fa muro e la Slovacchia si sfila

by Andrea Grieco
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Roma, 3 mag – L’Ue sta lavorando al sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia, il punto centrale è l’introduzione di un embargo sull’import del petrolio ma le posizioni dei paesi membri sono frammentate. L’Ungheria di Orban ha minacciato un veto contro possibili misure che limiterebbero l’import di beni energetici russi, anche la Slovacchia ha espresso l’intenzione di chiedere un’esenzione da questi provvedimenti, dal momento che importa da Mosca circa il 74% del petrolio, non avendo inoltre possibili diversificazioni per altre forniture.

Italia in prima linea per sanzioni sul petrolio

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, invece, intervenendo al Parlamento europeo, ha rassicurato che l’Italia sosterrà ulteriori misure anche nel comparto energetico, mostrando ancora una volta come il nostro paese sia in prima linea per quanto riguarda il perseguimento di una politica sanzionatoria, nonostante questa comporti gravissime ripercussioni in tutti i settori economici: “Abbiamo appoggiato le sanzioni che l’Ue ha deciso di imporre nei confronti della Russia, anche quelle nel settore energetico. Continueremo a farlo con la stessa convinzione in futuro”. L’Italia importava dalla Russia circa 374 milioni di barili di petrolio all’anno, pari al 13% del consumo annuo, con queste sanzioni la nostra economia si troverà ancora più dipendente dagli Usa dal punto di vista energetico, perdendo sempre più anche la propria sovranità energetica.

Ue soggetta alle logiche Nato

La discussione sul nuovo apparato sanzionatorio, con alcuni paesi come Ungheria e Slovacchia che vogliono soltanto difendere i propri interessi nazionali, mostra come l’Unione europea, soggetta ormai interamente alle logiche della Nato, non riesca a dare una linea politica comune, un progetto europeo da perseguire ma sia soltanto un cane da guardia degli interessi degli Stati Uniti sul continente europeo. Tutti questi pacchetti sanzionatori hanno come sola e unica conseguenza il rafforzamento della posizione di Washington per mantenere l’Europa, satellite dell’impero americano, in una posizione di subordinazione e impedire la nascita di qualsiasi progetto di sovranità europea.

Andrea Grieco

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