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La “Ri-scossa” dei terremotati: manifestazione a Roma e via Salaria bloccata

by Nicola Mattei
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protesta terremotati arquataRoma, 1 apr – Stufi delle promesse e di essere utilizzati come merce elettorale, dopo un inverno per molti passato quasi all’adiaccio per colpa degli incomprensibili – nonostante gli appalti milionari – ritardi nella consegna dei moduli abitativi, i terremotati non ci stanno più e oggi hanno inscenato una doppia protesta che ha preso il nome di “Ri-scossa”.

La prima, a Roma, sotto Montecitorio, in un presidio con oltre 200 partecipanti in rappresentanza di tutti i 131 comuni colpiti, scesi apposta dalle zone toccate dai sismi di agosto e ottobre dell’anno scorso. “Questo è un ultimatum al governo: entro una settimana vogliamo incontrare a un tavolo il governo, i capigruppo di Camera e Senato e il commissario Vasco Errani”, spiegano, minacciando che altrimenti  “bloccheremo l’Italia: basta parole, vogliamo dei fatti”. I terremotati chiedono “più risorse, ma anche risposte immediate con l’avvio della costruzione dei moduli abitativi, che ancora non è iniziata”, spiega uno dei manifestanti, sottolineando il grave problema dei ritardi accumulati nel corso dei mesi, a dispetto delle promesse e dei milioni praticamente buttati che hanno visto vincere, dopo l’arrivo di Errani, gli appalti per la costruzione delle ormai celebri ‘casette’ anche soggetti di dubbia moralità ma ben inseriti nel mondo della cooperazione.

La seconda manifestazione si è invece svolta ad Arquata Del Tronto, dove i terremotati sono scesi in strada arrivando a bloccare la Strada statale 4 ‘Salaria’. “Rispettate il nostro dolore e le vostre promesse”, “Non molliamo”, “Arquata vive” si legge sugli striscioni e sui cartelli imbracciati dai cittadini. Fra le maggiori preoccupazioni rientra proprio lo spopolamento dei territori: “Le nostre terre sono abbandonate dal 24 agosto. Si sta pensando a ricostruire scuole, cinema, ospedali. Era importante far rimanere la nostra gente, perché sarebbe significato far ripartire il territorio”, spiega un coltivatore a RaiNews 24. “Sono il primo – sottolinea il sindaco di Arquata, Alessandro Petrucci – a cercare non mettere benzina sul fuoco, ma la situazione è esplosiva. Noi siamo istituzioni e non partecipiamo a queste manifestazioni, ma sono cittadini e sappiamo il loro grado di esasperazione. Da quello che so, non è una protesta contro i comuni e gli enti locali, ma a livello nazionale: si sentono un po’ abbandonati. La burocrazia è tanta, la situazione non è rosea. La gente sa che fra poco dovrà andare via dagli alberghi in vista della stagione estiva, è nell’incertezza e di ricostruzione non se ne parla, noi sindaci siamo i primi a subire le conseguenze”.

Nicola Mattei

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