Genova, 24 ago – Nonostante ormai la grancassa mediatica da tempo sia orientata a indicare nei giovani e nei turisti di ritorno dalla Sardegna i nuovi untori del coronavirus, le cronache rimandano di continuo a storie in cui violenza, immigrazione e misure di distanziamento sociale si legano tra loro. L’ultima in ordine di tempo ci giunge dal genovese dove all’altezza di piazza Pallavicini in Val Polcevera un cittadino senegalese di 29 anni, successivamente risultato irregolare sul territorio italiano, ha deciso di salire sul bus di linea senza indossare la mascherina.

Una volta a bordo del mezzo pubblico della linea 53, il senegalese è stato invitato dagli altri passeggeri a coprirsi le viee aree: al che lo straniero ha ben pensato, dopo aver asserito che la sua mascherina si era rotta, di scagliarsi con violenza contro gli altri passeggeri, arrivando a colpire con violenza un ragazzo di 36 anni, di origini marocchine che tra i tanti gli aveva chiesto di corpirsi naso e bocca. Il senegalese, non pago di aver colpito con un pugno al volto il 36enne, ha prima bloccato le porte e poi si è posizionato davanti alla vettura, impedendo al mezzo di linea di proseguire la corsa e di fatto prendendo in ostaggio tutti i presenti a bordo.

Solo l’intervento della polizia, dopo un’ora di stallo e di tensione, ha impedito che la situazione potesse degenerare. Gli agenti intervenuti hanno identificato il senegalese, risultato irregolare, e lo hanno denunciato per interruzione di pubblico servizio. Resta naturalmente da capire se il cittadino marocchino sporgerà denuncia per l’aggressione subita.

L’episodio si inserisce in una lunga sequenza che dall’inizio della crisi sanitaria vede protagonisti cittadini stranieri – nella stragrande maggioranza si tratta di irregolari – che rispondono con violenza alle richieste di passeggeri o controllori di rispettare le misure di distanziamento sociale e di prevenzione. E’ accaduto di recente a Firenze, a Foggia, a Ravenna; a farne le spese autisti, controllori, altri passeggeri, appartenenti alle forze dell’ordine. Nessuno di questi casi è andato oltre però la mera cronaca locale, senza guadagnarsi gli strilli all’untore riservati negli ultimi tempi esclusivamente a discoteche, giovani e movida.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

5 Commenti

  1. niente che non si curi con un bel pò di legnate.

    sarà un caso,ma la “cura jesolo” per gli attaccagrighe E’ SPARITA da tutti i media come un lampo…
    cosa c’è?
    per caso si teme il ritorno di un pò di palle,in questo paese?

  2. Avete rotto con ste notizie sui covidioti ed untori!!! Non c è la PESTE NERA!!.. i contagiati degli ultimi MESI SONO TUTTI ASINTOMATICI o con pochi sintomi!! Prova è il fatto che i ricoveri e i deceduti sono DIMINUITI A PICCO!! QUANTO VOLETE TIRARE ANCORA AVANTI CON STA STORIA???? PERCHÉ L ISITUTO SUPERIORE DI SANITÀ AD OGGI NON CERTIFICA ANCORA I 35000 MORTI COME DECEDUTI PER COV-ID 19????I MAGGIORI ESPERTI VIROLOGI DICONO CHE GIÀ DA MESI IL VIRUS È CLINICAMENTE MORTO!!!

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