Milano, 23 mar – Siamo già al capitolo “sente le voci”. Prevedibile. Davide Lacchini, il legale di Ousseynou, si gioca la carta “infermità mentale” e ribadisce la necessità di compiere una perizia psichiatrica sul suo cliente, che mercoledì ha dirottato un autobus con a bordo 51 ragazzini delle medie, dandogli fuoco. Ma gli inquirenti sono di tutt’altro avviso: non può essersi trattato di un raptus, il 47enne senegalese era perfettamente conscio di quello che faceva – tanto da avere premeditato tutto minuziosamente. Il gip Tommaso Perna, all’uscita dal carcere di San Vittore, ha affermato di non avere scorto sintomi di squilibrio mentale nel senegalese.
“Sentivo le voci”
Sy, accusato di strage, sequestro di persona, incendio e resistenza finalizzati al terrorismo, ha dichiarato di avere compiuto del gesto sentendo «le voci dei bambini che stavano morendo nel Mediterraneo», che lo imploravano di fare «qualcosa di clamoroso affinché questo non accada più». Ricordiamo che il senegalese è ospitato nel quinto braccio di San Vittore, il reparto “protetti” – stupratori, pedofili, pentiti – che non possono stare assieme ai normali detenuti. Troppo grande il rischio che gli altri carcerati decidano di praticare della giustizia sommaria su un uomo che stava per bruciare vivi 51 ragazzini. Il difensore insiste: «Ha dato seri segni di squilibrio. Ma non ha perso alcun parente in mare. E non ha mai detto che rifarebbe cento volte ciò che ha fatto. Ha ripetuto che non era sua intenzione fare del male ai ragazzi». Come esattamente si concilia «non fare del male» con il cospargere di benzina un autobus stipato di bambini e darlo alle fiamme, Ousseynou non lo ha spiegato.
Incongruenze
Sy, spiega il difensore, «voleva che la sua azione avesse il massimo impatto internazionale. Il suo messaggio era che gli africani non devono più venire in Europa. L’elemento nuovo rispetto alle dichiarazioni delle prime ore è che oggi ha lodato il governo italiano per la politica sui migranti». Ma sull’autobus i testimoni riferiscono di averlo sentito inveire contro le politiche migratorie messe in atto dal governo. Non ci sarebbero motivazioni religiose alla base del gesto. I pm hanno anche sottolineato il pericolo di reiterazione di reato e nelle prossime ore si attende la decisione del gip sulla convalida dell’arresto e sulla custodia cautelare in carcere.
Cristina Gauri
5 comments
Quante balle…. Quanta bauscia… Vanno portati via… E li difendono pure… Quante giustificazioni… E se un anziano ruba una vaschetta di prosciutto per fame, va in galera…
In tempi in cui l’ imbecillità non era generalizzata come oggi, e quindi si avevano idee molto più chiare sul trattamento da riservare a personaggi del genere, si cantava: “Se l’ Abissino è nero, gli cambierem colore!… A colpi di legnate! Poi gli verrà il pallore! Ahimè! Povero ‘!”
In tempi in cui l’ imbecillità non era generalizzata come oggi, e quindi si avevano idee molto più chiare sul trattamento da riservare a personaggi del genere, si cantava: “Se l’ Abissino è nero, gli cambierem colore!… A colpi di legnate! Poi gli verrà il pallore! Ahimè! Povero Selassie ‘!”
[…] cortocircuito della sua narrativa immigrazionista e integrazionista era evidente: l’attentatore Ousseynou Sy, senegalese con passaporto italiano, ha rivendicato la sua identità africana e ha motivato il […]
[…] Secondo quanto dice Nobili, l’invito di Ousseynou Sy è “a combattere i paesi africani corrotti che svendono l’Africa e una critica alle politiche europee di chi affama l’Africa e li costringe a scappare via rischiando la morte in mare. Il riferimento è alle politiche europee ed italiane, ad esempio cita il vicepremier Luigi Di Maio come uno che condivide la sua idea sulla necessità di smetterla con le politiche di sfruttamento“. Sempre secondo tale fonte, il video avrebbe come sottofondo una musica orientale, e con ogni probabilità è stato girato da Ousseynou Sy nei giorni immediatamente precedenti alla tentata strage. Tale reperto, però, non potrà essere pubblicato, in quanto secondo Nobili, “E’ un video forte che da un lato potrebbe generare il rischio di segnali di emulazione e dall’altro il rischio ancora maggiore di odio verso gli africani. Si tratta di una decisione dettata da una forte esigenza di opportunità”. Dunque, altro che balle sull’infermità mentale e su presunte “voci” nella testa di Ousseynou Sy… […]