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Ristoratore sfrattato per non aver pagato l’affitto, giudice lo salva: “Va abbassato alla luce del lockdown”

by Ludovica Colli
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Milano, 26 ott – Non riesce a pagare l’affitto per colpa del lockdown e il giudice lo salva. E’ successo al tribunale di Milano, dove il giudice Arianna Chiarentin, ha impedito lo sfratto ai danni di un ristoratore di Settimo Milanese che a causa della serrata generale imposta dal governo giallofucsia contro l’epidemia di coronavirus non è riuscito a pagare l’affitto di marzo, aprile, maggio, al proprietario del locale per un totale di 10.600 euro. Il magistrato, che ha rinviato la causa a dicembre, ha chiesto alle parti di rinegoziare il canone e ha rimandato lo sfratto facendo appello al dovere di solidarietà così come è sancito dalla Costituzione.

“Rinegoziazione del canone alla luce dell’emergenza sanitaria”

Come è noto, con il lockdown uno dei settori più colpiti è stato sicuramente quello della ristorazione, e per questo motivo il giudice ha dichiarato che “nell’emergenza sanitaria in corso è da ritenersi necessaria, alla luce del principio di buona fede e correttezza nonché dei doveri di solidarietà costituzionali, una rinegoziazione del canone“. Altrimenti, ha chiarito, si scaricherebbero i sacrifici imposti solo sull’affittuario che ha sofferto di una “limitazione nel godimento del bene”. In sostanza, non deve rimetterci soltanto chi campa di ristorazione ma anche chi trae profitto dagli affitti.

Il magistrato ha chiesto alle parti di trovare un accordo

Inoltre, il giudice ha fatto presente che se il locale fosse rimesso sul mercato, nell’attuale situazione di crisi diffusa (per non parlare del nuovo coprifuoco), “verosimilmente non otterrebbe” più il valore fissato dall’ultimo contratto. Pertanto il nuovo affitto sarebbe notevolmente ridotto. Il magistrato ha quindi chiesto alle parti di trovare un accordo, poiché a causa delle misure restrittive imposte l’attività non ha potuto procedere a pieno regime. L’ordinanza del pm si ricollega alla relazione con cui la Cassazione a luglio ha affrontato il tema della “Eccessiva onerosità dei canoni conseguente all’emergenza Covid-19”, in cui si sancisce appunto che la serrata generale è tale da non permettere sufficienti guadagni per pagare l’affitto richiesto.

Ora, con il coprifuoco alle 18 imposto da Conte, ci saranno nuovamente locali in grosse difficoltà.

Ludovica Colli

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