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Sierologici a Napoli: tra caos dati e strane percentuali, ecco cosa è successo (e cosa non torna)

by Cristina Gauri
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casello napoli

Napoli, 5 mag – Molto rumore per nulla – e tanta disinformazione. Sono risultati tutti negativi al Sars-CoV-2 i 14 tamponi eseguiti ieri al casello autostradale di Napoli Nord, relativi ad altrettante persone risultate inizialmente positive al test rapido degli anticorpi; il controllo era stato eseguito su un campione di 53 persone, fermate nella giornata di ieri mentre facevano ritorno alla propria abitazione dopo aver lasciato il Nord Italia. Una vicenda, questa, fatta oggetto di distorsioni da parte di svariate testate del Mezzogiorno che avevano titolato in modo fuorviante a proposito di «un automobilista positivo su quattro» trovato nel corso delle verifiche alle barriere autostradali. Una narrazione che presta il fianco alla politica del «tutto chiuso», «imbracciamo il lanciafiamme» e dei governatori-sceriffo alla De Luca.

I numeri reali 

I numeri reali raccontano un’altra storia: il Mattino oggi rivela che le persone controllate dai medici della Asl presenti al casello sarebbero state 85: a tre veniva riscontrata una temperatura corporea superiore ai 37,5°C e per loro è scattato il test rapido per gli anticorpi; 50 persone, invece, si sono sottoposte al test di loro spontanea volontà. In totale si tratta di 53 test rapidi effettuati, (non 60 come inizialmente si era detto) di cui 14 casi risultati positivi – cioè con una rilevazione nell’organismo degli anticorpi Igm o Igg, ad indicare che l’individuo testato ha precedentemente contratto il virus sviluppando così una protezione anticorpale. In caso di positività è prassi procedere con il tampone per il coronavirus, per verificare se il soggetto sia ancora positivo al virus: condizione che non è stata riscontrata in nessuno dei 14 tamponi. Tutti negativi insomma.

Percentuali incredibili

Ma statisticamente il dato del 14 positivi al test rapido su 53, ricavato da una campionatura casuale al casello di una città del sud pare abbastanza peculiare, se non proprio bizzarro. Seppur da prendere con le pinze – si tratta pur sempre di un campione molto basso – la percentuale di positivi al sierologico è del 26%: e se ampliando il numero dei testati questa dovesse rimanere costantemente intorno al 20-25% andrebbero rivisti radicalmente i dati relativi al contagio – per lo meno al nord – andando al rialzo. Contestualmente, anche la percentuale relativa alla mortalità muterebbe, stavolta virando verso il basso. E dal momento che tutti e 14 i positivi agli anticorpi erano negativi al tampone per il coronavirus, viene da chiedersi se anche il conteggio dei guariti non meriti di essere rivisto in tal senso. 

Dati discrepanti

Dicevamo che le supposizioni di cui sopra vanno prese con le pinze, anche alla luce dei dati raccolti dall’Unità di crisi della Campania, la quale riferisce, in un comunicato, la presenza di 19 positivi agli anticorpi su 320 testati tra stazioni, caselli, aeroporti e altri luoghi nevralgici del territorio, su di un totale di 1706 controllati. La percentuale, in questo caso, si abbassa di poco meno del 6% – contro, ricordiamo, il 26% rilevato ai caselli. A cosa si deve questa discrepanza tra il dato generale e quello «isolato»? Ci sono stati errori nelle misurazioni o semplicemente le percentuali incredibili ottenute alla Barriera sono frutto del caso? In caso di errore, chi ha sbagliato? Anche questa volta, insomma, tanta nebbia, caos sui dati e domande senza risposta.

Cristina Gauri

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