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La sinistra mette in croce la governatrice dell’Umbria per aver vietato l’aborto a domicilio

by Aldo Milesi
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saviano tesei umbria

Roma, 17 giu – E’ bufera su Donatella Tesei, la governatrice umbra che ha abrogato la delibera che dava il via libera all’aborto farmacologico in day ospital (e anche a domicilio). La decisione della Giunta regionale di centrodestra, che ha così vietato l’aborto «take away» introdotto dal centrosinistra nel 2018, ha, come prevedibile, sollevato un vespaio di feroci polemiche – tutte, ovviamente, provenienti da sinistra, associazioni femministe e di ginecologi.

La decisione, in realtà, non fa altro che seguire le linee guida del ministero della Salute, che prevedono la somministrazione della pillola abortiva RU486 in ospedale; e del resto, rispecchia la normativa adottata nella maggioranza delle regioni italiane (eccetto Emilia Romagna, Lombardia, Liguria, Toscana e Lazio). Ma nulla di fatto, la Tesei è stata messa sulla graticola proprio da coloro che la accusano di voler tornare al Medioevo. «Ho sempre difeso le donne e sostenuto che nella società devono avere ruoli importanti», ha spiegato a La Nazione. «È strano che la mia idea di garantire la loro salute susciti tante polemiche». Tesei parla di scelta fatta «nell’interesse della comunità» e della salute della donna. «Ci sono state anche donne che dopo aver assunto la pillola abortiva a casa hanno avuto la necessità del ricovero ospedaliero», spiega. «Nessuno vieta l’uso della Ru486, vogliamo solo avvenga in sicurezza».

Il fronte compatto dei detrattori di Tesei è con la bava alla bocca. Per prima si è fatta sentire la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, che assieme a Speranza chiede a gran voce la revisione delle linee guida ministeriali per l’utilizzo della RU486. «In questi dieci anni nessun evento avverso ha evidenziato la necessità di ricoveri ospedalieri per l’utilizzo della cosiddetta pillola abortiva», spiega augurandosi che «si possa favorire, sempre ove possibile, il ricorso alla IVG farmacologica come in uso nella gran parte dei Paesi europei, cioè in regime di Day Hospital o ambulatoriale». Le fa eco la senatrice Valeria Fedeli, secondo la quale la sua decisione sarebbe «Contro la legge e anche contro la scienza». Levata di scudi anche dalla Laiga, la Libera associazione italiana ginecologi, che ha accusato il Carroccio di portare avanti una «campagna di terrore», specificando che «Le complicanze dell’aborto farmacologico sono pressoché inesistenti». Insomma, tutti premono per la «pillola da asporto». Peccato che il Css raccomandi il ricovero ospedaliero dopo il ricorso alla Ru-486. «In un momento in cui gli Stati più avanzati dal punto di vista scientifico, sotto emergenza Covid-19, stanno facilitando gli aborti, non capiamo bene perché fare un passo indietro del genere».

Sulla questione ha deciso di pontificare anche Saviano, dall’alto di non si sa bene quale autorevolezza in materia. «Le donne che vorranno farvi ricorso dovranno essere ricoverate tre giorni: una decisione gravissima, irrazionale e irrispettosa». E’ gravissimo e irrispettoso monitorare la salute di chi sta compiendo una interruzione di gravidanza? Saviano è sibillino. «Il primo pensiero va alle donne», spiega lo scrittore, che ricordiamo – utilizzando la categorizzazione tanto in voga ultimamente – è maschio, bianco ed eterosessuale, quindi su questioni riguardanti il corpo della donna non dovrebbe teoricamente mettere bocca. «La decisione di abortire non è mai una decisione presa con leggerezza, non è mai indolore», anche se alcuni episodi immortalati sulle piattaforme social rivelerebbero proprio il contrario. «Abortire con ostacoli, poi, diventa una vera a propria tortura». Il punto è sempre lo stesso: considerare il ricovero un «ostacolo». Ma questa decisione «non ha nulla di razionale e non c’entra con la sicurezza delle donne, è l’ennesima picconata alla legge 194 che ha depenalizzato e dato regole all’aborto». Legge 194 che la Tesei non vuole picconare, ma lui insiste: «Prima del 1978 procurarsi, praticare e istigare all’aborto erano considerati reati puniti con il carcere». Che c’entra il carcere con gli aborti umbri?

Aldo Milesi

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5 comments

Ermanno 17 Giugno 2020 - 1:56

Saviano c’entra sempre… 😖

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Laziale 17 Giugno 2020 - 2:28

Infatti come mai quella bastarda troia demmerda della bonino non è stata in galera? Vermi sinistronzi

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Sergio Pacillo 17 Giugno 2020 - 3:08

Se sua madre avesse abortito ………..

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Massimo 17 Giugno 2020 - 6:21

Non sono sempre d’accordo con le offese, ma questa volta ci stanno tutte.

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SergioM 18 Giugno 2020 - 12:17

L’ aborto è un OMICIDIO .
andrebbe proibito …. propongo per gli
abortisti la Garrota , veniamo anche a
casa …..

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