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Spariti 52mila negozi dal 2019, appello Confesercenti: “Bruciati oltre 14,7 miliardi”

by Andrea Grieco
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Confesercenti

Roma, 15 mag – Uno studio presentato da Confesercenti, realizzato con l’ausilio di Ipsos, società specializzata nell’ambito delle ricerche di mercato, ha mostrato come la situazione del commercio locale e delle piccole-medie imprese italiane stia attraversando una profonda crisi, con una progressiva diminuzione del numero delle attività. In confronto al 2019, a fine 2023 si conteranno oltre 52mila imprese del commercio in meno, per un declino complessivo del -7%: “Servono misure strutturali per sostenere i negozi di vicinato” avverte Confesercenti.

I dati di Confesercenti

Secondo i dati evidenziati dallo studio, da qui ai prossimi sette anni si stima una contrazione di circa 73mila esercizi commerciali (-11% sul totale), ad incidere su questi numeri è la tendenziale perdita di potere d’acquisto della popolazione italiana un vero e proprio “crollo, che pesa sul tessuto dei negozi di vicinato più della concorrenza dell’online, un ritmo di 18 negozi spariti al giorno“. Sempre secondo le stime di Confesercenti sono stati bruciati oltre 14,7 miliardi di capacità di spesa: “Gli acquisti nei negozi fisici sono ancora i preferiti dagli italiani, anche fra i giovani, ma pesa la frenata della capacità di acquisto: -14,7 miliardi in due anni, -540 euro a famiglia“. Nel 2022 gli italiani hanno destinato ai consumi circa 52,9 miliardi di risparmio accumulato dalle famiglie e, senza un’inversione di tendenza, gli studi indicano una possibile perdita di altri 27 miliardi nel 2023.

Pandemia e caro energia pesano sulle perdite

A pesare su questa situazione incide sicuramente la doppia crisi che ha interessato l’intero comparto, il quale ha vissuto prima lo stop dettato dalla pandemia e in seguito gli effetti dell’inflazione e caro energia, che hanno eroso la capacità di spesa delle famiglie. Tutto questo ha portato ad un’accelerazione del processo di desertificazione della quasi totalità della piccola e media distribuzione commerciale interna. La situazione implica anche le difficoltà per aprire una nuova attività: nel 2022 sono nate solo 22.608 nuove attività, il 20,3% in meno del 2021. Il numero è del tutto insufficiente a compensare le oltre 43mila imprese che hanno abbassato per sempre la saracinesca. La media è di oltre due negozi spariti ogni ora. E nel 2023 la situazione non migliora: nei primi tre mesi dell’anno le nuove aperture sono ancora il 18% inferiori a quelle registrate nello stesso periodo del 2019.

Andrea Grieco

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2 comments

Germano 15 Maggio 2023 - 4:00

Beh, il gregge faceva la fila per il finto tampone e subito dopo per il finto vaccino, Speranza ha “salvato” milioni di vite secondo lui contro il finto virus e il gregge sempre contento. A me fa piacere specialmente per le pecore dei ristoratori , vi ricordate quando chiedevano il “Green Pass” ? L’unica con le palle era quella della torteria a Chivaso, il resto dei ristoratori che ha fatto il gioco insieme a Conte, Speranza ecc. magari falliscono uno dopo l’altro.

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fabio crociato 15 Maggio 2023 - 4:04

Confvattelapesca non ha mai nulla da dire sulle banche che hanno centralizzato, riducendo le loro incapacità, per continuare a magnare comunque senza ritegno addirittura cominciando a fottere pure i loro dipendenti ?

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