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La censura in Rai? Provate a entrare dentro scuole e università

by Sergio Filacchioni
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Censura

Roma, 15 maggio – Censura in Rai? No, Fabio Fazio non è stato censurato proprio da nessuno: da grande professionista qual è ha annusato l’aria che tira in mamma Rai – che lo ha amorevolmente allattato per 40 anni – ed ha alzato i tacchi prima della burrasca. Furbo: per lui ora c’è un contratto altrettanto pasciuto su Discovery (Warner Bros) dove lo seguirà anche la commensale Lucianina.

Ma quale censura

Apriti cielo: Fabio Fazio, l’alto papavero della televisione costretto ad allontanarsi, censurato, espulso ecc… La sinistra piange da due giorni per una sedicente censura che però non c’è mai stata. Infatti, Fabio Fazio continuerà a fare il suo lavoro, passando da un contratto milionario ad un altro contratto milionario: non c’è niente da piangere, ma nemmeno da esultare… Infatti, se da un lato ci sono le crisi isteriche di un mondo che sta perdendo il “posto fisso”, o sarebbe meglio dire il megafono permanente sulle aziende pubbliche, dall’altro lato le reazioni di stizza della destra cantano la vittoria pirrica dei “belli ciao”. Se veramente pensiamo che con l’addio di Fazio alla Rai – tra l’altro (va detto) non proprio un esemplare di militante politico rosso – l’egemonia della sinistra si sia improvvisamente sbriciolata stiamo sbagliando di grosso. Per capirlo basterebbe farsi un giro dentro scuole ed università, dove lì sì che la censura è una realtà quotidiana con cui gli studenti devono fare i conti.

L’altra egemonia

Chiunque abbia occhi, orecchie e naso puntati sulla realtà e non sulla bacheca di Twitter sa benissimo che l’egemonia della sinistra è pervasiva ed onnipresente, non tanto in televisione quanto dentro scuole ed atenei. Solo nell’ultimo anno abbiamo assistito moltissime volte all’utilizzo spregiudicato che alcuni funzionari pubblici (i veri belli ciao) nei panni di presidi e docenti fanno della propria posizione: dal caso dell’Istituto “Europa Unita” di Lissone che l’anno scorso ha vietato una conferenza su Mazzini insieme a Francesco Borgonovo, per arrivare al 6 febbraio scorso dove il segretario provinciale dell’UGL (non che medaglia d’oro) Ermenegildo Rossi si è visto negato un intervento nell’istituto romano “Leopoldo Pirelli”. Due episodi rappresentativi di casi che dentro le scuole si presentano quotidianamente, dove studenti impegnati politicamente con sigle nazionaliste, patriote e identitarie si vedono sistematicamente boicottati convegni, assemblee, conferenze e perfino silenziati i loro profili social – come per esempio successo dal 2019 al Blocco Studentesco. Il clima nelle università è altrettanto torrido, se non peggio: solo negli ultimi dieci giorni la sigla di Azione Universitaria si è vista costretta a svolgere convegni organizzati con docenti ed esperti in aule defilate, lontane dalle facoltà scelte, a causa dell’auto-censura che l’Università Sapienza di Roma applica quando la destra universitaria svolge una regolare attività politica all’ombra delle minacce dell’antifascismo militante, autorizzato ad agire dal lassismo del corpo docenti e del Rettore.

Silenzio generale

Avete mai sentito parlare di qualcuno di questi casi? Non serve rispondere, è una domanda retorica. La vera censura non fa rumore: è silenziosa ed omertosa e si svolge più spesso come il tentativo di istituzioni e burocrati di mantenere tranquilla la digestione. Ecco quindi che un convegno autorizzato può essere spostato “per ragioni di sicurezza”, ecco che un volantinaggio è impedito “perchè questa scuola è notoriamente rossa”, ecco che rettori e docenti utilizzano gli spazi per fare propaganda politica “obiettiva”. Ecco – soprattutto – che sigle politiche e studentesche di sinistra ricevono spazi e finanziamenti per parlare nelle scuole di “omolesbobitransfobia”, come accadrà domani all’Università di Padova, oppure per parlare di antifascismo come fa l’Anpi da quasi dieci anni ormai impugnando il protocollo firmato con il Miur. Ecco cos’è la censura: un regolare volantinaggio informativo di studenti che alcuni soggetti cercano di impedire e che finisce su Repubblica come un’intimidazione di chi stava volantinando e non di chi ha tentato di impedirlo, come successo l’altro ieri al Carducci di Milano, o qualche mese fa al Michelangiolo di Firenze.

Adesso basta

Non stiamo qui a suggerire agli studenti cosa fare. I giovani militanti hanno già ben dimostrato negli anni di sapere cosa fare: nessun compromesso. Forse è dall’alto che dovrebbero riprendere lo spirito di questi ragazzi che dentro scuole ed università si fanno “il mazzo” contro la cortina di ferro innalzata da commissari politici e membri di partito, per smetterla con le marchette Twitter e gli slogan da campagna elettorale ed iniziare a sfidare il vero quarto potere che oggi in Italia, Fazio o non Fazio, spadroneggia, lottizza e feudalizza per davvero gli spazi pubblici “reali”.

Sergio Filacchioni

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2 comments

“Destra xenofoba, canteremo Bella Ciao”: Saviano sbrocca per il compagno Fazio(so) 15 Maggio 2023 - 4:07

[…] La censura in Rai? Provate ad entrare dentro scuole ed università […]

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brutta ciao 17 Maggio 2023 - 3:58

Entri pure chi ritiene di aver oggi tempo e soldi da perdere.

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