Roma, 23 dic – Adesso è ufficiale: speronare una nave militare italiana non è reato. A stabilirlo in via definitiva ci ha pensato il gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, che ha archiviato l’inchiesta su Carola Rackete. Uno schiaffo vero e proprio rifilato dalla magistratura alla Guardia di finanza e alle forze armate italiane. L’archiviazione dell’inchiesta fa peraltro il paio con la sentenza dello scorso aprile, che aveva prosciolto l’ex comandante della Sea Watch3 dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra.
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Le accuse contro Carola Rackete
Carola Rackete era stata tratta in arresto nel giugno del 2019 per aver forzato un blocco militare e aver speronato una motovedetta della Guardia di finanza. A ciò si aggiungeva l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dato che l’obiettivo della comandante della Sea Watch era far sbarcare 40 immigrati provenienti dal Nord Africa. Tuttavia, già pochi giorni dopo l’arresto, il gip Alessandra Vella non convalidò il fermo, liberando la Rackete con questa motivazione: «Ha salvato vite umane in mare». Nel febbraio 2020, inoltre, la Corte di Cassazione confermò la decisione della Vella.
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È giustizia questa?
Per il gip Micaela Raimondo, il caso è stato archiviato perché Carola Rackete, si legge, «ha agito nell’adempimento del dovere perché non si poteva considerare luogo sicuro il porto di Tripoli». Come fonte del diritto il giudice ha citato un rapporto dell’Alto commissario per le Nazioni Unite, secondo cui «migliaia di richiedenti asilo, rifugiati e migranti in Libia versano in condizione di detenzione arbitraria e sono sottoposti a torture». Al di là dell’attendibilità di tale rapporto, nonché della sua utilizzazione come fonte giuridica, e al di là del fatto che il porto sicuro più vicino sarebbe comunque stato quello di Malta, rimane il fatto bruto: le disposizioni del ministro dell’Interno italiano contano meno di zero, e le motovedette della Gdf possono essere speronate senza problemi. Buon Natale a tutti.
Elena Sempione
6 comments
Come è buona la C.Rachete, altruismo disinteressato… Manco il miglior giudice riuscirebbe a farlo credere!
Criminali che hanno bellamente violato dei confini e attaccato dei militari.
In una nazione normale ci sarebbero gli estremi per l’arresto dell’equipaggio e il pignoramento della nave.
In un paese dove è reato sparare al ladro o al rapinatore che entra in casa tua dalle finestre, in un paese dove sei costretto a dormire sotto i ponti se ti occupano l’alloggio, in un paese dove attendi un anno per una visita medica mentre i clandestini hanno le corsie privilegiate, in un paese dove gli spacciatori clandestini hanno la protezione della magistratura, è del tutto normale che speronare una nave militare Italiana non sia reato, ma solo se lo speronamento avviene per fare spazio agli invasori.
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