Roma, 3 mar — Mesi fa ve lo avevamo detto, che l’occupazione-discoteca esentasse Spin Time Labs dormiva tra due guanciali: quello del Pd di Gualtieri, che proprio a Spin Time aveva cercato i voti per le Amministrative (evidentemente l’operazione gli è riuscita) e quello di Santa Romana Chiesa, viste le continue frequentazioni di altissimi prelati presso lo stabile occupato di via di Santa Croce in Gerusalemme. Tra la benedizione del cardinal Coccopalmerio e una sortita barricadera dell’elemosiniere del Papa, «bandiera rossa» si è tinta di porpora e nessuno la schioderà dai propri affari.
Spin Time Labs, arriva la manina tesa di Gualtieri
Ed eccolo qui, il guanciale di Gualtieri: è notizia di ieri — strombazzata con sommo gaudio da Repubblica — secondo cui il Campidoglio sarebbe pronto ad acquistare gli immobili di Spin Time e del Museo dell’altro e dell’altrove (Maam) in via Prenestina, che da anni figurano nella lista degli sgomberi della Prefettura. La mossa è contenuta nella bozza del nuovo Piano casa del Campidoglio messo a punto da Gualtieri e dall’assessore al Patrimonio, Tobia Zevi. E che, stando al quotidiano fondato da Scalfari, è via di approvazione. Esiste dunque la concreta possibilità che entro la fine dell’anno il Campidoglio formalizzi un’offerta d’acquisto degli immobili.
L’obiettivo del recupero, secondo la bozza, è quello di rendere reperibili, fino al 2026, nuovi alloggi da destinare alle famiglie in difficoltà e punta, tra le altre cose, a «operazioni di rigenerazione urbana» che consentiranno «il passaggio da una situazione di illegalità a una di legalità e sviluppo». Le situazioni di Spin Time e Maam verranno valutate «in considerazione della loro specificità sotto il piano abitativo, aggregativo e culturale» sul modello di quanto già sviluppato con i fondi del Pnrr per le occupazioni di via del Porto Fluviale.
Quegli 11 milioni risucchiati dal Porto Fluviale
Ah, sì, il Porto Fluviale: il centro sociale occupato da 20 anni dall’estrema sinistra capitolina che l’anno scorso si è pappato 11 milioni del Pnnr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, per riqualificare gli stabili realizzando case e negozi da assegnare e regalare agli occupanti rossi. Che ora si ritrovano l’ennesimo feudo, in cui poter condurre i propri affari, sistemato dallo Stato, al grido ipocrita di «la struttura è stata restituita alla cittadinanza» (leggi: ai compagni). Undici milioni che il Comune non avrebbe faticato a destinare ad altre opere di riqualificazione prive di colore politico, stante le condizioni disastrose della Capitale che tra due anni, in occasione del Giubileo, si troverà a dover accogliere milioni di turisti con infrastrutture pessime e insufficienti.
Sarà dunque «restituita alla cittadinanza», cioè regalata agli occupanti rossi anche Spin Time, in cui vivono circa 400 persone (in gran parte stranieri), vera miniera esentasse di soldi grazie all’indotto di discoteche, pub e birrerie e associazioni varie, grazie alla manina di Gualtieri. A via di Santa Croce in Gerusalemme stappano lo champagne ed esortano il Comune a sbrigarsi. «Le notizie che arrivano dal Campidoglio ci infondono speranza, ma non bastano: servono risposte chiare, nero su bianco. Serve approvare il Piano Casa in tempi più rapidi di chi vuole mettere fine a questa esperienza nel nome della legalità», scrivono su Facebook. «Per la destra e per diverse testate locali e nazionali, rimaniamo solo criminali e abusivi. Molti hanno detto, dicono e diranno che acquistare e regolarizzare Spin Time equivarrebbe a ‘regalare’ un palazzo agli occupanti. Noi la pensiamo in maniera diversa».
Cristina Gauri
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