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Sputnik, anche il virologo Clementi accusa l’Ue: “L’Ema troppo lenta nell’approvare i farmaci”

by Cristina Gauri
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Roma, 2 mar – Il virologo Clementi punta il dito contro la lentezza dell’Ema (Agenzia europea del farmaco) nell’approvare i farmaci contro il coronavirus, nello specifico il vaccino Sputnik V.

L’accusa arriva all’indomani dell’ok dello Spallanzani al siero di fabbricazione russa. Nel presentare lo studio, il direttore sanitario Francesco Vaia aveva ribadito la necessità di sveltire le procedure burocratiche, da parte di Aifa ed Ema, per l’utilizzo di tale vaccino. Ma il direttore dell’Agenzia italiana del farmaco Magrini ha ribadito che Aifa non avallerà una procedura perché l’Italia possa disporne prima dell’ok da parte dell’Ema. Cioè della Ue. Ema che, si ricorderà, aveva già frenato sull’utilizzo degli anticorpi monoclonali.

Clementi accusa l’Ema di essere troppo lenta nell’approvare i farmaci 

«Importare il vaccino russo Sputnik V, anche se non ha ancora affrontato e concluso l’iter con l’Agenzia europea del farmaco Ema? Se l’agenzia italiana Aifa volesse farlo e ritenesse che ha senso e ci sono i margini, io coglierei al balzo questa opportunità». E’ quanto ribadisce Massimo Clementi. Il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, docente all’università Vita-Salute non perde l’occasione per criticare l’operato dell’Ema. «Qui se aspettiamo l’iter» dell’Agenzia europea «allunghiamo un po’ troppo i tempi. In generale quello che molti non capiscono è come mai i tempi dell’ente Ue siano così lunghi rispetto ad altre agenzie come l’americana Fda, che vede gli stessi dossier».

La Fda sempre davanti all’Ema

A riprova di quanto esposto, il virologo porta l’esempio del vaccino Johnson&Johnson. «Non è che ci sono dossier diversi presi in momenti diversi. Guardiamo all’ultimo vaccino approvato negli Usa: l’azienda farmaceutica Johnson & Johnson ha trasmesso gli stessi dati sia all’Fda che all’Ema parallelamente». Ma l’Ema sostiene di dover «affrontare un continuo confronto con gli enti dei singoli Stati. E questo comporta tempi più lunghi. Ma in questo specifico caso dei vaccini anti-Covid questa procedura ci danneggia, non ci consente di avere le mani libere in un momento in cui servono vaccini». Andrebbero quindi rivisti i protocolli, e con urgenza. E’ ormai chiaro che ogni ritardo comporta perdite di vite. 

Clementi si dice favorevole all’uso di Sputnik V. «E’ un vaccino valido da tenere in considerazione, basato su una tecnologia innovativa, sull’uso di due vettori diversi e ha delle possibilità di essere usato bene. Mi sorprenderebbe che non fosse preso in considerazione. C’è uno studio molto solido, l’unica cosa che abbiamo visto al momento».

Cristina Gauri

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