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Tamponi falsi a 30 euro per entrare in Italia: così gli indiani ci portano il Covid

by Cristina Gauri
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tamponi falsi india

Roma, 1 mag — L’idea di un mercato nero di tamponi falsi per aggirare i controlli sanitari alle frontiere e poter così entrare nei vari Paesi era da tempo al centro del dibattito e delle preoccupazioni delle autorità pubbliche.

Ma ora l’allarme sembra essersi aggravato perché ad aggirare i controlli sono cittadini provenienti dall’India, nuovo, preoccupante epicentro dell’ennesima variante del coronavirus. In Italia, il 27 aprile, il ministero della Salute con propria ordinanza ha riaggiornato la lista degli adempimenti e delle limitazioni per chi arriva dall’estero, prevedendo poi con successive ordinanze un sensibile aggravamento delle misure di divieto di accesso da India, Bangladesh e Sri Lanka.

La sconcertante scoperta

Nonostante le misure, però, la burocrazia sembra essere impotente. Un po’ per il dolo di chi cerca di eludere ogni controllo per mezzo dei falsi tamponi, un po’ per alcuni deficit strutturali delle amministrazioni. Ed è così che sull’ultimo volo atterrato in Italia da Nuova Delhi — 233 passeggeri a bordo — si trovavano 23 cittadini che avevano ottenuto, pagando, delle false attestazioni di negatività al coronavirus. Come noto infatti, per poter sbarcare nel nostro Paese è necessario esibire un referto di tampone negativo.

Tamponi falsi a 20-30 euro

Gli stranieri, in gran parte lavoratori residenti nel nostro Paese, hanno successivamente spiegato alle sconcertate autorità sanitarie della Regione Lazio che versando una cifra attorno ai 20/30 euro è possibile ottenere un certificato con tanto di timbri e visti fasulli, attestante la negatività al virus, e così superando ogni controllo in partenza esperito dalle autorità indiane. Ed è per questo che una volta giunti in Italia, 23 passeggeri sottoposti al tampone hanno rivelato notevoli casi di positività, circa il 9% del totale, quindi ben 23 persone. Non si esclude che siano contagiati proprio dalla famigerata variante B.1.617, ovvero la variante indiana.

Lo scandalo ha suscitato scalpore anche nel Paese di origine dei passeggeri, dove da qualche settimana alcuni giornali come Quartz stanno conducendo un’indagine a tal proposito. Anche le autorità stanno tentando di porre un argine al fenomeno dei falsi tamponi tanto che l’amministrazione dello stato del Gujarat ha dato comunicazione di aver chiuso diversi laboratori ove venivano falsificati i referti e i certificati.

Ci si mettono pure le agenzie di viaggio 

Non mancano poi agenzie di viaggio che unitamente ai titoli di partenza vendono, incluso nel pacchetto, un certificato di falso tampone per attestare la propria negatività al virus. A questo punto diventa essenziale recuperare tutte le liste dei voli precedenti in arrivo dai Paesi a rischio e sottoporre tutti quegli stranieri tornati in Italia ad apposito screening sanitario, prima che la situazione rischi di degenerare.

Cristina Gauri

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4 comments

Fabio Crociato 1 Maggio 2021 - 7:50

Magari fossero solo i tamponi falsi…

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Sergio Pacillo 1 Maggio 2021 - 8:43

Accertatevi se sono indiani veri o indiani falsi.
Vedete che alcuni fanno gli indiani ma non lo sono.
Visto che vi trovate a fare i controlli, controllate pure se hanno pagato i certificati falsi con moneta vera o moneta falsa.

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Ragnarok 2 Maggio 2021 - 11:33

Almeno questi spendono per un falso certificato, a chi arriva quotidianamente dall’africa non è richiesto nemmeno quello

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