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Telecomunicazioni, a rischio 20mila posti di lavoro: il crollo del settore sotto i colpi della concorrenza sfrenata

by Andrea Grieco
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Roma, 5 giu – La giornata di domani vedrà per la prima volta lo sciopero generale dell’intero settore delle telecomunicazioni, da anni abbandonato e lasciato in pasto alla concorrenza sfrenata delle leggi del libero mercato e che oggi rischia di scomparire. Un settore ormai arrivato al collasso: i posti a rischio nel comparto italiano di aziende come Vodafone, BT Italia e Wind 3 sono più di 20mila (un lavoratore su sei), situazione che comporterebbe un vero e proprio disastro per migliaia di famiglie italiane.

Il progressivo crollo delle telecomunicazioni

I dati mostrano come il settore italiano di telecomunicazione perda circa un miliardo di euro di ricavi all’anno da ormai più di un decennio, oltre alla progressiva perdita di dipendenti, arrivati a poco più di 100mila. Privatizzazioni e liberalizzazione del mercato hanno portato al collasso il settore, il quale non è in grado di competere con altri operatori europei o internazionali data anche la presenza di centinaia di soggetti sul mercato. La privatizzazione di Tim, avvenuta ormai più di venti anni fa, è l’esempio dell’ennesima scelta sbagliata che ha caratterizzato l’operato degli ultimi governi, contribuendo solamente a depauperare la società e smantellare ogni assetto pubblico. Negli ultimi mesi il governo Meloni è passato dal voler nazionalizzare l’azienda alla possibile vendita alla Kkr, società americana, scenario che comporterebbe l’ennesima batosta all’economia italiana.

Un altro frutto del neoliberismo

La concorrenza sfrenata e la miopia politica hanno contribuito allo sfacelo del settore e messo alla porta decine di migliaia di lavoratori. L’approccio neoliberista iniziato negli anni ’90, con l’allora commissario europeo al mercato interno Mario Monti, ha prediletto la politica della concorrenza e della liberalizzazione, dando in pasto il mercato italiano alle grandi multinazionali del settore. Oggi proviamo sulla nostra pelle i frutti di decenni di deregolamentazione e asservimento della politica nostrana alle logiche del mercato.

Andrea Grieco

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1 commento

fabio crociato 6 Giugno 2023 - 6:13

Il tutto fatto pure sbragando e non sempre è noto se costretti o meno.

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