Roma, 3 feb — Stop alle lezioni a tema Lgbt e gender per gli studenti minori di 11 anni, e nessuna menzione al concetto di identità di genere fino ai 14. No all’introduzione di testi o altro materiale didattico sull’argomenti nelle librerie della scuola primaria. E’ quanto stabilisce una circolare diramata agli insegnanti della Saint Louis School di Milano, facoltosissimo istituto privato internazionale bilingue dove, fa sapere il Giorno nel riportare la vicenda, è frequentato da figli di vip e influencer vari.

Niente Lgbt e gender sotto una certa età (comunque troppo bassa)

Suona abbastanza inusuale apprendere che nell’alveo in cui vengono educati i pargoli del jet set milanese, che si spende giornalmente per diffondere a piè sospinto l’agenda woke in tutte le sue sfaccettature, siano stati posti dei paletti — molto blandi a dire il vero, ma ci sono — su gender e questioni Lgbt. Il comunicato, redatto in lingua inglese, è stato inviata nelle scorse settimane da parte di Inspired, la società a capo della scuola internazionale, firmata dal Ceo per l’Italia e dal Global education director. Il caso è finito al centro di una polemica sindacale.

Gli insegnanti protestano

«Queste ‘linee guida’ su un tema così delicato sono un passo indietro sul fronte dei diritti — spiega allarmata Maria Cristina Salerno, sindacalista della Flc-Cgil di Milano — e gli insegnanti hanno reagito con una forte perplessità, che condividiamo. Non capiamo le ragioni di questa comunicazione e soprattutto la messa al bando di libri di testo in una scuola che dovrebbe essere aperta culturalmente, dal respiro internazionale». Evidentemente «internazionale» non fa rima con «indottrinamento gender ai bambini delle elementari», almeno alla scuola Saint Louis School.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

1 commento

  1. La lotta al frocismo deve essere ormai in cima ai pensieri della gente normale… Ocio a Sanremo che ci sarà una sfilata di propaganda con gli applausi dei ricconi in platea

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