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Toh, i fermati per gli scontri a Milano sono anarchici. E la sinistra fischietta

by Alessandro Della Guglia
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Milano anarchici, scontri

Roma, 11 ott – Attenzione generale focalizzata su quanto successo sabato scorso a Roma, con l’assalto alla sede della Cgil e gli scontri in piazza. Resta in disparte Milano, dove peraltro il dibattito politico si è fatto meno intenso vista la vittoria del centrosinistra al primo turno delle elezioni amministrative. E’ passato così sottotraccia un dettaglio affatto trascurabile: la metà dei 57 denunciati dalla Questura, a Milano, sono anarchici. E per cosa sono stati denunciati? La gran parte per interruzione disservizio pubblico e violenza privata. Altri 6, oltre che per questi due reati, pure per manifestazione non preavvisata e istigazione a disobbedire alle leggi. Ce ne sono poi altri 3 accusati anche di rifiuto di indicazioni sulla propria identità, oltraggio a pubblico ufficiale e resistenza a pubblico ufficiale.

A Milano vanno in scena gli anarchici. E la sinistra tace

Ma niente estrema destra, fascisti, neofascisti, squadristi e via straparlando di pericoli neri. Nel capoluogo lombardo i protagonisti dei disordini durante il coreo contro il green pass provengono dalla galassia anarchica. Non sentiremo dunque esponenti del Pd incalzare la Meloni chiedendole qual è la matrice delle violenze. A meno che qualcuno non pretenda dal leader di Fratelli d’Italia una netta presa di distanze dal materialismo di Bakunin. E dire che il magico mondo dell’anarchismo è spesso al centro di certe contestazioni, in particolare proprio a Milano dove due settimane fa – durante un altro corteo contro il certificato verde – vennero individuati cinque anarchici dei centri sociali.

Sono spuntate mozioni parlamentari per lo scioglimento dei centri sociali? Qualcuno ha chiesto a gran voce di mettere al bando determinati movimenti di estrema sinistra? Sono state indette manifestazioni contro la violenza degli “antagonisti” eversivi? La risposta a tutte queste domande è “No”. Ed è pure giusto così se consideriamo che un conto sono i singoli responsabili di determinati atti, un altro le idee politiche che li muovono. Con tutta evidenza però per qualcuno è preferibile identificare un nemico preciso, fischiettando di fronte ai comportamenti dei “compagni che sbagliano”.

Alessandro Della Guglia

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